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lunedì 5 marzo 2018

La Ciaramicola - il dolce tradizionale della Pasqua perugina



Di dolci tradizionali per la Pasqua il nostro paese è veramente ricco ed ognuno è strettamente legato al territorio di cui è originario.
Questo vale anche per la Ciaramicola, dolce dal nome particolare che rappresenta pienamente la sua città, Perugia, ma che si diffuse in altre zone dell'Umbria tanto che nel 1431 il camerlengo di Gubbio stanziò una somma per poter offrire questo dolce ai cittadini in occasione della festa di San'Ubaldo. 
E' un dolce dalle origini antiche che conserva il sapore delle cose semplici di una volta e che nella tradizione veniva donato il giorno di Pasqua dalle ragazze ai propri fidanzati.
Il nome "ciaramicola" deriverebbe dalla forma dialettale "ciarapica" con cui viene chiamata la cinciallegra mentre la forma a ciambella con una croce al centro e le cinque sfere ricorderebbe i 5 rioni di Perugia.
Il rosso dell'archermes colora l'impasto mentre una candida meringa ricopre la torta e ricordano il bianco ed il rosso che sono i colori della città. Sulla meringa una cascata di confettini gialli, verdi ed azzurri che ricordano il grano maturo, i pascoli e le acque del Lago Trasimeno.
Benché ormai si possa trovare nelle pasticcerie tutto l'anno mi sembra bello prepararla in casa come si faceva una volta e come credo si continui a fare nelle piccole frazioni.




 Ingredienti

Per l'impasto 

  • 450 gr di farina 00
  • 200 gr di zucchero semolato
  • 150 gr di burro a pomata
  • 1 uovo intero
  • 2 tuorli
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 70 gr di alchermes
  • 30 gr di liquore all'anice
  • la scorza grattugiata di 1 limone non trattato
  • 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
  • un pizzico di sale 
Per la meringa

  • 100 gr di albumi
  • 200 gr di zucchero 
  • qualche goccia di succo di limone 


Per guarnire

  • confettini colorati

Iniziate a setacciare e mescolare insieme la farina ed il lievito, unite il pizzico di sale e la cannella.

In un'altra ciotola lavorate il burro a pomata con lo zucchero, unitevi l'uovo intero ed i tuorli, quindi la scorza grattugiata del limone ed unirvi pian piano le polveri alternandole con i liquori.

Versate il composto sul piano infarinato e lavoratelo per renderlo omogeneo. Dovrà avere la consistenza di una frolla morbida.
Dividetelo quindi in due parti, una da 2/3 e l'altra da 1/3.

Con la parte più grande ricavate un cordone da 5 cm di diametro, chiudetelo a ciambella su una teglia rivestita di carta da forno unendo bene le due estremità.

Prendete ora la restante pasta e dividetela in due parti. 

Con una parte, dividendola in due, ricavate 2 cordoni con cui formare una croce al centro della ciambella.



La parte di pasta rimasta dividetela in 5 pezzi, arrotondateli con le mani e disponeteli all'attaccatura dei cordoni sulla ciambella ed uno al centro della croce.



Quindi con le forbici tagliate le cinque palline a croce allargandone leggermente le punte.



Fate cuocere in forno preriscaldato a 160°C per 25 minuti.

Nel frattempo preparate la meringa montando con le fruste gli albumi a temperatura ambiente con lo zucchero e qualche goccia di limone fino ad ottenere una meringa bianca e lucida.

Con un pennello cospargetela sulla ciaramicola, decorate con i confettini a pioggia ed infornate nuovamente a 100°C per altri 20 minuti. 
La meringa dovrà rimanere candida ma toccandola dovrà risultare asciutta.




Il vostro dolce dal sapore antico è pronto!! 

CURIOSITA'

Ad Agerola, piccolo comune sui Monti Lattari vicino alla Costiera Amalfitana, per Pasqua si prepara un dolce tipico, la scarciata pasquale o casatiello di Agerola, che ricorda moltissimo la ciaramicola. Stessi ingredienti tranne l'alchermes, stessa forma a ciambella con croce, glassatura più leggera ma stessi confettini colorati. 

Alla prossima!! =^-^=  

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo articolo molto interessante. Però ...c'è un però! Dà Perugino ci tengo a precisare che le porte di Perugia sono cinque dal 300 A.C. perchè di origine Etrusca. Quindi o le sfere sono sei, oppure rappresentano i 5 rioni della città e non le porte.

resy ha detto...

Caro anonimo, ti ringrazio per la correzione. Hai perfettamente ragione, si è trattato di un mio imperdonabile errore che ho provveduto a correggere. Grazie perché vuol dire che hai letto con attenzione il mio post, cosa che molto spesso non accade. Amo Perugia, almeno una volta l'anno vengo a vederla e non finisco mai di scoprire nuove cose, quindi grazie ancora.

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