martedì 31 luglio 2018

Blanc manger alla valdostana


Dopo il biancomangiare alla siciliana e la torta de menjar blanc di Alghero mancava la versione valdostana del biancomangiare, il blanc manger appunto.
Alcune differenze tra il blanc manger e le altre versioni ci sono.
Se nella ricetta siciliana si utilizza il latte di mandorle o quello di mucca e in quella sarda latte di pecora o capra, in entrambe l'addensante utilizzato è l'amido di mais.
Nella ricetta del blanc manger invece si utilizza panna e come addensante la gelatina in fogli e ricorda molto la panna cotta.

Ingredienti: (per circa 6 porzioni)

  • 500 ml di panna fresca
  • 4 cucchiai di zucchero semolato
  • i semi di una bacca di vaniglia
  • 3 fogli di gelatina
  • alcune fragole ed amarene sciroppate per decorare
Fate idratare in acqua fredda i fogli di gelatina per 10 minuti, mentre nel frattempo mettete sul fuoco la panna con i semi di vaniglia e lo zucchero. Quando ormai la panna è calda aggiungetevi i fogli di gelatina strizzata ed una volta che questi sono sciolti versate la panna nello stampino inumidito.
Una volta che il blanc manger si è stiepidito riponete lo stampo in frigorifero per almeno 2 ore.
Quando sarà il momento di servirlo immergete lo stampo alcuni secondi in acqua tiepida, posizionate sopra allo stampo il piatto per servirlo e capovolgetelo.
Guarnite il blanc manger come preferite, io ho usato alcune fragole e delle amarene sciroppate con il loro sciroppo e scaglie di cioccolato bianco.


Se preferite potrete usare stampini singoli e sarà un modo per chiudere il pasto con dolcezza nelle calde sere d'estate.
=^-^=

martedì 24 luglio 2018

Panelle palermitane per l'antipasto vegetariano del Menù lib(e)ro


Proviene dalla Sicilia la ricetta che ho scelto per gli antipasti vegetariani del Menù lib(e)ro che fino al 2 agosto vedrà come chef Cinzia di "cindystarblog.blogspot.com". 



Avevo una confezione ancora intatta di farina di ceci macinata a pietra, cosa prepararci se non le famose "panelle palermitane"?
Le panelle sono delle sottilissime frittelle di farina di ceci che a Palermo vengono normalmente vendute dai "panellari" per le strade  dentro ad un panino al sesamo che le rende uno dei cibi di strada più caratteristici della città. 
Calde, appena fritte sono però anche un ottimo antipasto vegetariano, molto sfizioso!
La farina di ceci, ricca di proteine, fibre, carboidrati, vitamine 
(B, A e C) e sali minerali (magnesio, potassio, calcio e fosforo) ma priva di glutineviene utilizzata fin dall'antichità dai popoli del Medio Oriente e del bacino del Mediterraneo. 
La ricetta delle panelle è tratta dal libro "La cucina siciliana
L&S Pama Graphicolor Edizioni che mi ha portato mio figlio direttamente dalla Sicilia.



La realizzazione delle panelle non è difficile, ci vuole soltanto olio di gomito per girare costantemente la farinata fino a quando non si stacca dalle pareti della casseruola. 

Ingredienti: 

  • 200 gr di farina di ceci
  • 750 ml di acqua fredda
  • 1 cucchiaino di sale fino
  • pepe a piacere
  • 1 ciuffetto di prezzemolo tritato
  • olio di semi di arachidi per friggere
  • succo di limone (per irrorare le panelle già fritte)

Per prima cosa setacciate bene la farina di ceci direttamente nella casseruola dal fondo pesante, quindi versateci una parte dell'acqua mescolando accuratamente con la frusta perché non si formino grumi.


Versate il resto dell'acqua, il sale ed il pepe e sempre mescolando con la frusta ponete la casseruola sul fuoco a fiamma bassa fino a che dal composto liquido non otterrete una farinata consistente che tenderà a distaccarsi dalle pareti. 


A questo punto versate il prezzemolo tritato, mescolate e versate la farinata su una teglia capovolta bagnata stendendola ad uno spessore di circa 3 mm. La farinata che resterà attaccata alla casseruola servirà per formare delle polpettine che andranno anch'esse fritte e si chiamano "raschiature".
Appena si sarà rappresa incidete con un coltello la farinata formando dei quadrotti o dei rombi  che una volta freddi metterete a friggere in olio caldo fino ad averli dorati.


Servite le panelle dopo averle scolate su carta assorbente ma ancora ben calde, accompagnandole con qualche goccia di limone ed ulteriore pepe e sale a piacere.

Nella versione "cibo da strada" mettete le panelle nel panino al sesamo ed irroratele sempre con alcune gocce di limone.

Nonostante siano fritte le panelle risulteranno molto leggere, un ottimo e sfizioso antipasto caldo. 
=^-^= 

mercoledì 18 luglio 2018

Gelo d'anguria palermitano (Gelu ri muluni)

 Fino a non molti anni fa l'arrivo dell'estate era sancito dall'arrivo del cocomeraro, il venditore d'anguria, che con il suo banco occupava la sua solita postazione su un marciapiede del mio quartiere con l'ombrellone ed il banco frigo in epoca più recente  ed una montagna di cocomeri accanto all'immancabile "nasone", la nostra fontanella tipica, dove passava tutta la stagione, giorno e notte, a vendere angurie intere o a fette.
Peccato che nessuno abbia raccolto l'eredità del nostro cocomeraro istituzionale, ma come rinunciare ad una fetta d'anguria fresca e dissetante?
A Palermo, quando andai in viaggio con mia madre per conoscere la sua città natale e un po' della meravigliosa Sicilia, scoprii che con l'anguria facevano una sorta di dolce al cucchiaio e durante la  nostra permanenza ogni giorno era regola fare colazione con brioche e gelato ed il pomeriggio rinfrescarci con una granita di limone o con un gelo d'anguria.
Il gelu ri muluni ha probabilmente origini arabe (anche se nella Piana degli Albanesi affermano che è sicuramente giunto con gli albanesi che qui si stanziarono intorno alla metà del XV° secolo) ed è sostanzialmente succo d'anguria e zucchero addensato come il "biancomangiare" con amido di mais, aromatizzato a piacere con cannella o vaniglia e fiori di gelsomino, mentre l'uso del cioccolato sarebbe arrivato con la dominazione spagnola.
Si può gustare durante tutta l'estate, ma è tradizione prepararlo per "u fistinu", la festa in onore di Santa Rosalia , patrona di Palermo, dal 10 al 15 luglio ed a Ferragosto per l'Assunzione di Maria Vergine.
La sua preparazione è veramente semplice.



Ingredienti: (per circa 6 porzioni)

  • 1 kg di polpa d'anguria
  • 100 gr di amido di mais
  • 200 gr di zucchero semolato
  • 50 gr di cioccolato fondente a pezzetti o in gocce
  • 50 gr di zuccata candita a pezzetti o di cedro (facoltativa)
  • semi di vacca di vaniglia 
  • cannella in polvere
  • pistacchi non salati spellati
Iniziate a privare la polpa di anguria di tutti i suoi semi, passatela al passaverdure e quindi al setaccio per eliminare eventuali resti di semi.
In una ciotola versare l'amido di mais e con una frusta fatelo sciogliere a freddo con metà del succo d'anguria evitando accuratamente che si formino dei grumi.
Versatelo in una casseruola d'acciaio con il resto del succo d'anguria e lo zucchero e mescolando con la frusta, formando un otto nella casseruola, portate a fiamma bassa a bollore per 4-5 minuti.
A questo punto avrete una sorta di gelatina a cui aggiungere i semi di vaniglia e se vi piace la cannella, che in alternativa potrete spolverare sopra al gelo.
Versate la gelatina in stampini bagnati monodose o in uno stampo unico e fate raffreddare in frigorifero per almeno 3 ore.
Al momento di servire capovolgete il gelo su un piattino e decorare con le gocce di cioccolato, la cannella in polvere, i pistacchi sminuzzati e, se ne avete, un fiore di gelsomino edule.



Sentirete che sapore e che profumo!! 

Ricordate che con lo stesso sistema potete ottenere un gelo con qualsiasi frutto (fragole, melone, pesca, uva, kiwi, arancia, limone, ananas) o con infuso di cannella, regolando la quantità di zucchero  secondo il grado zuccherino della frutta utilizzata e guarnendolo secondo la vostra fantasia. 

A presto!! =^-^=

lunedì 16 luglio 2018

Impanadas sarde - l'antipasto di carne per il Menù lib(e)ro



La portata che questa volta affronta il Menù lib(e)ro sono gli antipasti di carne. La chef a cui fare riferimento è Simona del blog "Briciole" a cui affidare le nostre ricette fino al prossimo 19 luglio!



Ho tratto la mia ricetta dal libro "Il grande manuale della Cucina Regionale a cura di Stella Donati", un libro che mi è servito di ispirazione fin da quando ero ragazza ed avevo voglia di conoscere ricette nuove del nostro meraviglioso paese. 




Si tratta delle "impanadas" o panadas sarde.
Le origini sembra risalgano addirittura all'epoca nuragica in cui l'involucro di pasta serviva a contenere carne e verdure. 
Gli spagnoli nel XV° secolo ne cambiarono forma e ripieno, ma il popolo sardo tornò all'antica ricetta aggiungendo una chiusura particolare della panada (sa considura) e trasformandolo da alimento pastorale a cibo per i giorni di festa e da regalare alle persone di riguardo.
La pasta che costituisce l'involucro è in "pasta violada", un impasto caratterizzato dall'uso di strutto e spesso di semola rimacinata di grano duro. 
Il ripieno, fortemente legato al territorio in cui vengono preparate le panadas, può essere:

  •  di carne di agnello, vitello, maiale o pollo condita con aglio, prezzemolo, pomodi secchi ed olio
  • di anguille con patate o piselli
  • di verdure (zucchine, peperoni, melanzane, carciofi, patate) anch'esse condite con aglio, prezzemolo, olio e pomodori secchi
Anche le dimensioni possono variare, dalle grandi per 4-7 perone, alle monoporzioni che sono ideali come aperitivo (panadinas o panadeddas).



Ingredienti: (per circa 12 panadinas)

Per la pasta violada
  • 400 gr di farina (nella ricetta non è specificato di quale tipo, potete usare farina 00 o semola rimacinata di grano duro, o metà di un tipo e metà dell'altro). Io questa volta ho usato tutta farina 00.
  • un pizzico di sale
  • 1 bustina di zafferano
  • 5 cucchiai d'olio o di strutto (io ho usato circa 100 gr di strutto)
  • 15 cucchiai di acqua tiepida

Per il ripieno
  • 300 gr di polpa macinata di vitello, maiale o agnello (io ho usato maiale)
  • una manciata di prezzemolo tritato
  • qualche foglia di basilico 
  • 1 spicchio d'aglio
  • 4 cucchiai di olio e.v.o.
  • 300 gr di pomodori pelati ben scolati
  • sale e pepe q.b.

Per spennellare 
  • un tuorlo d'uovo mescolato con un goccio di latte

Iniziate a preparare il ripieno mescolando tutti gli ingredienti in una terrina e lasciandoli in frigorifero perché si amalgamino tutti i sapori.


Preparate quindi la pasta violada ponendo la farina in una ciotola o nella planetaria, unite lo strutto e poi pian piano l'acqua tiepida in cui avrete sciolto il sale e lo zafferano. Una volta che si sarà formato l'impasto passate a lavorarlo sulla spianatoia fino a che non risulti liscio e compatto. Avvolgetelo con la pellicola e fatelo riposare nel frigorifero almeno 30 minuti.


Riprendete la pasta e stendetela sulla spianatoia infarinata con il mattarello ad uno spessore di circa 4 millimetri.


Anziché chiuderli a raviolo ho voluto ricreare la tipica forma della panadina ( sempre indicata in ricetta) ritagliando cerchi da circa 10 cm per la base e da 8 cm per il coperchio.

Nel cerchio più grande, tenendolo nella mano, disponete un bel cucchiaio di ripieno.

Ponete sopra il cerchio più piccolo, sigillate le due circonferenze premendo con le dita.


Ora con il pollice e l'indice formate tutto intorno la classica chiusura a cordoncino.


Io per comodità ho disposto le panadine in stampi in silicone per muffins e quindi su una teglia.

Spennellateli con il tuolo diluito con un goccio di latte.
Fate quindi cuocere a 180°C per 40 minuti circa.

P.S.: In alcune zone della Sardegna non le spennellano con il tuorlo, ma le immergono una per una nell'acqua bollente, le rimettono nella teglia e le fanno cuocere in forno altri 5 minuti affinché diventino belle lucide.  

Provatele con il ripieno che più vi piace, sono deliziose!! =^-^=

lunedì 2 luglio 2018

Torta russa con ciliegie


Prima che questo straordinario frutto primaverile scompaia dai banchi del mercato ho voluto realizzare una torta russa con le ciliegie che nella sua semplicità è davvero deliziosa, sia come forma che come gusto. Un impasto che non contiene uova ma Kefir o in sostituzione lo yogurt e quindi è adatto a chi è intollerante alle proteine dell'uovo e grazie ad una piccola quantità di lievito risulta soffice. 



Ingredienti: (per una tortiera a cerniera da 26 cm di diametro)

Per l'impasto
  • 420 gr di farina 00 ssetacciata
  • 200 gr di burro morbido
  • 240 ml di kefir o yogurt
  • 100 gr di zucchero
  • 1 cucchiaino di lievito in polvere
  • 1 cucchiaino di essenza di vaniglia
  • un pizzico di sale

Per il ripieno
  • 500 gr di ciliegie denocciolate
  • 100 gr di zucchero semolato
  • cannella in polvere a piacere
Per prima cosa iniziate a preparare l'impasto versando in una ciotola la farina setacciata con il lievito, lo zucchero, l'essenza di vaniglia ed il sale. Mescolate il tutto quindi aggiungete il burro morbido a pezzetti che amalgamerete con la punta delle dita per ottenere un composto sabbioso. Aggiungete ora il kefir o yogurt ed amalgamate il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo che non si attacca alle mani.


Sul piano ben infarinato stendete con il mattarello fino ad ottenere un rettangolo di 30 cm x 40 cm con uno spessore di 3 mm.
Tagliate delle strisce larghe circa 7-8 cm.


Disponete su ogni striscia una fila di ciliegie, copritele con lo zucchero e volendo con un pizzico di cannella.


Chiudete ogni striscia a salsicciotto, sigillando bene anche le due estremità.


Disponete i salsicciotti a spirale nella teglia foderata di carta da forno.


Fate cuocere a 180° C  per 40 minuti, fino a che la superficie non è leggermente dorata.
Estraete la torta ormai fredda dallo stampo e cospargetela abbondantemente con lo zucchero a velo.


In alcuni siti russi fanno vedere come utilizzare le ciliegie surgelate. Basta utilizzarle ancora surgelate, mescolarle in una ciotola con dell'amido di mais che le ricopra perfettamente in modo da assorbire l'umidità che rilasceranno durante la cottura. In questo caso riempite con le ciliegie surgelate un salsicciotto per volta e disponetelo subito nella teglia in modo che non si inumidiscano gli altri già pronti rendendo difficile sollevarli e posizionarli nella teglia.

Se non doveste avere a disposizione le ciliegie potete utilizzare anche delle amarene sciroppate, chiaramente senza aggiungere lo zucchero sulle stesse.

Provatela, è buonissima! =^-^=