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lunedì 29 aprile 2013

La torta per Vittorio, un giovanotto di 80 anni !!




Chi mi segue da tempo sa che la prima torta decorata per un anniversario di nozze la feci per i 50 anni di matrimonio di Vittorio e Valentina, miei vicini di casa da quando ero una bambina di 9 anni.
Nei miei ricordi li vedo ancora come un tempo,  una giovane coppia sposata da pochi anni, sempre eleganti ..........e sebbene di tempo ne sia passato sono ancora una bellissima coppia di sposi, meno giovani ma sempre belli ed eleganti.
Per gli 80 anni di Vittorio, compiuti lo scorso 22 Aprile, Valentina mi aveva chiesto una torta, non voleva la solita torta anonima di pasticceria, anche perché Vittorio non ama molto i dolci e tra i pochi che mangia ci sono i miei.
Abbiamo pensato un pò  sulle eventuali decorazioni e dopo aver scartato una torta con personaggi spiritosi le ho chiesto se aveva delle foto di Vittorio da giovane.
Siamo subito salite a casa loro per cercare nell'album, foto in primo piano del giovane  Vittorio non ce n'erano, ma aveva attirato la mia attenzione una piccola foto di un giovane militare di leva davanti ad un camion.
Piaceva tanto anche a Valentina quindi l'ho presa ed a casa l'ho scannerizzata cercando di ingrandirla il  più possibile.



Solo il viso non potevo realizzarlo, ingrandendolo la foto veniva troppo sgranata, per cui ho deciso di realizzare tutta la foto dipingendo una cialda in pasta di zucchero con colorante in gel e pennelli.
Il colore doveva ricordare il color seppia delle foto di una volta.
Ho realizzato la base con un'eccellente alternativa al solito pan di spagna  in teglia da 24 cm, una volta fredda l'ho divisa in 3 dischi e farcita con crema diplomatica (crema pasticcera con l'aggiunta di panna montata) e gocce di cioccolato fondente, bagna con rhum bianco diluito nel latte.
Una volta ricoperta di panna montata l'ho rivestita di pasta di zucchero e quindi vi ho adagiato il topper dipinto. Delle foglioline d'edera a guarnire la base della torta ed il bigliettino in pdz, personalizzata ma sobria come la voleva Valentina.



Quando l'ho portata a Vittorio gli ho detto:
- Tanti auguri !Sei  un bel giovanotto di 80 anni !! -
Il suo abbraccio mi ha dato la conferma di averlo reso felice!!

sabato 27 aprile 2013

Gammeldags æblekage - torta di mele danese in coppa



Da lunedì scorso l'Abbecedario culinario europeo si è spostato in Danimarca, ospitato da Leonilde de
"Le affinità elettive". Un altro paese da scoprire nei suoi vari aspetti, compreso quello gastronomico, naturalmente.



A fine aprile ci si aspettano delle giornate almeno assolate, invece questo fine settimana qui a Roma il cielo è nuvoloso, tira un vento fastidioso e gli scrosci di pioggia che cadono a tratti portano una marea di sabbia proveniente dall'Africa.
Più che primavera inoltrata sembra  autunno, per cui una ricetta con le mele ci starebbe anche bene.
Alla ricerca di piatti tradizionali danesi, quando mi sono imbattuta in questa ricetta pensavo di trovarmi davanti ad una torta di mele, magari con qualche ingrediente particolare o con una cottura non tradizionale, mentre mi sono trovata davanti a dei calici con dentro quello che mi sembra una composta di mele ed un altro ingrediente che poi ho scoperto essere pangrattato.
Mi sono tornate subito a mente le ricette austriache di zia Lina, dove spesso viene utilizzato il pangrattato.
Ed allora ecco realizzata questa  ricetta tradizionale danese per cui inviterebbero ad usare delle ottime mele danesi, ma noi dovremo accontentarci delle nostre che credo siano altrettanto buone.
Ne ho realizzato solo un calice, visto che in famiglia l'unica ad apprezzare le mele cotte, oltre a me, é la figlia più grande che questo fine settimana è fuori.

Ingredienti :      (per un calice)

Per la composta di mele

400 gr di mele già sbucciate
60 gr di zucchero 
1/2 stecca di vaniglia
acqua q.b.

Per le briciole di pangrattato

50 gr di pangrattato
25 gr di zucchero
25 gr di margarina

Per guarnire

panna montata (io l'ho usata zuccherata)
confettura di frutti di bosco

Iniziare a cuocere in una casseruola con il coperchio le mele sbucciate e tagliate a piccoli tocchetti con un pò d'acqua e la mezza stecca di vaniglia aperta. Quando le mele sono quasi completamente cotte aggiungere lo zucchero e completare la cottura togliendo poi la vaniglia. Alla fine dovreste ottenere una specie di composta, le mie mele invece non volevano disfarsi e quindi le ho dovute passare con il minipimer.
Lasciarle da parte a freddare.




Passiamo ora alle briciole di pangrattato.
Iniziamo a mettere la padella sul fuoco a fiamma bassa, quando la padella è calda versarci il pangrattato che dovrà pian piano dorarsi. A questo punto aggiungere la margarina e lo zucchero e mescolare. Quando lo zucchero si è completamente sciolto togliere dal fuoco e mescolare ancora per far formare una specie di crumble. Lasciar raffreddare.





Quando i due composti saranno ormai freddi iniziare a versare un primo strato di composta di mele in un calice, alternandolo ad uno di briciole di pangrattato, continuare così fino a terminare i due composti finendo con un ultimo strato di briciole di pangrattato. 
Versare sopra della panna montata zuccherata e guarnire con della confettura di frutti di bosco.



Potrete gustare una coppa delicata dove i diversi sapori e le varie consistenze si uniranno ad ogni cucchiaiata.




CURIOSITA'

Da più di mezzo secolo i bambini giocano con i mattoncini più famosi al mondo, i LEGO (nome nato dalla frase " leg godt "-  gioca bene ), inventati da  Ole Kirk Christiansen, un falegname di Billund in Daminarca.
Ricordo ancora i mattoncini di plastica con cui costruivo da piccola le mie ville, con tanto di porte e finestre. 

Il  celebre mattoncino LEGO (foto di  Срђан Весић da Wikipedia)
Nella città di  Billund continua ad avere la sede la LEGO e vi  è stato creato uno dei parchi divertimento Legoland.

Alla prossima ricetta!!  

domenica 21 aprile 2013

Tourte de courgette de la Comté de Nice - Torta di zucchine alla nizzarda



Siamo giunti a pochi giorni dallo scadere del tempo a disposizione per realizzare ricette francesi per l'Abbecedario culinario europeo ed avrei ancora una marea di ricette interessanti da voler realizzare, ma il tempo è tiranno ed è già tanto se sono riuscita a realizzare anche quest'ultima ricetta.

Si tratta di una torta di zucchine caratteristica  della Comté de Nice in Provenza.
Per il ripieno ci si basa sulla stagionalità dei prodotti, potrebbe essere anche realizzato con bietole o spinaci ed in inverno con della zucca, ma anche con un mix di verdure, a voi la scelta.
Può essere gustata tiepida o fredda a seconda che sia proposta come antipasto o come spuntino.

Ingredienti: (per una tortiera da 24 cm) 

Per la pasta all'olio d'oliva
  • 300 g di farina
  • 150 ml di acqua
  • 5 cucchiai. cucchiai di olio d'oliva
  • un pizzico di sale

Per il ripieno 
  • 800 gr di zucchine tagliate a dadini
  • 1 cipolla
  • 30 gr di riso 
  • 2 uova
  • 70 gr di parmigiano grattugiato
  • sale e pepe q.b.
Iniziamo a preparare la pasta, mettendo nella planetaria la farina miscelata con il sale, versando nel centro l'acqua e l'olio e facendo impastare velocemente.
La pasta non deve essere lavorata a lungo altrimenti diventa dura.
Dividere l'impasto in due parti e lasciare riposare per 1 ora avvolta nella pellicola.


Passiamo quindi a preparare il ripieno. 
Facciamo appassire per alcuni minuti la cipolla affettata sottilmente in poco olio e mettiamo da parte.
Nella stessa padella con un altro pò d'olio far cuocere a fuoco vivo le zucchine per qualche minuto, coprirle e far cuocere ancora una decina di minuti a fuoco basso. Metterle da parte a freddare.
Portiamo a bollore in un pentolino dell'acqua leggermente salata e facciamo cuocere per 10 minuti il riso che scoleremo, raffredderemo sotto l'acqua fredda e lasceremo da parte.
In una grande ciotola metteremo la cipolla, le zucchine e il riso ormai freddi, aggiungeremo le due uova, il parmigiano grattugiato, sale e pepe appena macinato e mescoleremo bene il tutto.


Prendiamo ora la pasta che abbiamo fatto riposare e dopo averne stesa una parte la adagiamo nella tortiera unta con un goccio d'olio in modo che formi dei bordi alti. Versarci quindi il ripieno.


Adagiarci sopra l'altra pasta che avremo steso, sigillando bene i bordi.


Bucherellare la pasta con i rebbi di una forchetta e spennellare con dell'olio evo.
Mettere a cuocere in forno già caldo a 180° per 30 minuti.

Potete mangiarla tiepida, come si vede in questa foto..........


..........o fredda anche per un pic nic!! Vedete che freddandosi il ripieno si compatta.



Avrebbe dovuto dorarsi qualche minuto sotto il grill, ma il mio è fuori uso, quindi non l'ho potuto fare, ma era cotta perfettamente.



Penso che questa sia l'ultima ricetta del mio viaggio attraverso la Francia, ancora domani e poi ci sposteremo con l'Abbecedario culinario europeo in Danimarca, tante altre ricette da scoprire e da rifare ed un altro paese da conoscere anche attraverso le sue tradizioni culinarie.



Intanto questa si aggiunge alle altre raccolte per la Francia da Elena dello "Zibaldone culinario" .
Il nostro viaggio continua. ;-)


venerdì 19 aprile 2013

Mousse de foies de volaille (mousse di fegatini di pollo con pistacchi e nocciole)



Questa mousse di fegatini di pollo l'ho scovata cercando un'alternativa francese al foie gras di anatra od oca
( in Italia la produzione di foie gras è illegale dal marzo 2007).
Adoro i crostini toscani ed il ragù toscano con i fegatini di pollo, mi fanno tornare all'infanzia, quando la domenica mattina mi svegliavo con il profumo del ragù  di mamma che aveva già pervaso tutta la casa.
Questa alternativa mi è subito piaciuta !
Tornando ai nostri fegatini, in questo momento in cui bisogna fare i conti con la crisi, rispolverare le ricette di una volta che davano vita a piatti eccezionali con prodotti poco costosi è d'obbligo.
Ci guadagnerà non solo il portafogli ma anche il gusto.


Ingredienti:


  • 300 gr di fegatini di pollo 
  • 3 scalogni
  • 15 cl di vino bianco 
  • 150 gr di burro 
  • sale e pepe
  • 40 gr pistacchi non salati
  • 40 gr di nocciole

Per prima cosa bisogna tritare gli scalogni e farli appassire dolcemente in pochissimo olio, aggiungere quindi i fegatini lavati e far cuocere per 2 minuti. Aggiungere sale e pepe e sfumare con il vino lasciando cuocere per altri 7 minuti.
Far raffreddare un pò i fegatini, quindi con il robot frullarli insieme al loro sugo con il burro a tocchetti fino a che non si otterrà un composto liscio.
Aggiungere eventualmente del sale secondo i gusti.
Versare la mousse in barattolini di vetro e far raffreddare in frigorifero per 4 ore.
A tavola portare una ciotola con i pistacchi al naturale e le nocciole leggermente sminuzzate che accompagneranno la mousse spalmata su fette di pane , un  tocco particolare.



Ha un sapore delicato che però non fa rimpiangere il gusto più deciso dei crostini toscani.



Ed anche questa ricetta si aggiunge alle altre che per la Francia sta  raccogliendo Elena dello "Zibaldone culinario" per l'Abbecedario culinario europeo. Abbiamo ancora pochi giorni per scovare qualche altra ricetta francese interessante!!

giovedì 18 aprile 2013

La ratatouille de la Provence



La Provence è forse la regione francese, insieme alla Corsica,  che gastronomicamente  più ci somiglia.Il suo nome attuale deriva da quello che gli diedero i Romani, "Provincia Romana", e la sua vicinanza ne fa la prima tappa per chi dal nostro paese vuole visitare la Francia.
Non voglio dilungarmi sulle bellezze della Costa Azzurra famosa in tutto il mondo, ricordo solo che Avignone è stata sede del Papato dal 1309 al 1377, che il gioco della "pétanque" praticato in tutta la Provenza  è simile al nostro gioco delle bocce (nel nostro si può prendere lo slancio per tirare la boccia, nel loro bisogna stare fermi),  e che ha una  produzione di aromi e profumi che sono famosi in tutto il mondo.
Ahimé, della famiglia sono l'unica a non esserci mai stata, ma mai dire mai, giusto??
Palazzo dei Papi ad Avignone (foto di Ampon da Wikipedia)
Giocatori di pétanque sulla spiaggia di Nizza (foto di  Julo da Wikipedia)
Quando ci si affaccia sullo stesso mare e si confina con Piemonte e Liguria inevitabilmente anche i prodotti a disposizione saranno comuni ed il modo di cucinarli con molta facilità saranno simili.
Volendo cucinare della ciambotta che in casa piace tanto ho deciso di provare la cugina francese, la "ratatouille", scoprendo così le eventuali differenze tra le due ricette.
La prima differenza è che nella ratatouille non si usano patate, gli odori del bouquet garni francese sono alloro, timo e rosmarino e del prezzemolo tritato alla fine, mentre nella ciambotta si usa il basilico.



Non sapremo mai se sia nata prima la ratatouille o la ciambotta , di sicuro sono buone entrambe.

Ingredienti:


  • 4 zucchine
  • 2 melanzane 
  • 1 peperone rosso ed 1 perone verde
  • 3 pomodori o 4 cucchiai di passata di pomodori
  • 1 grossa cipolla
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1 foglia di alloro (  o il bouquet garni come indicato sopra )
  • 1 ciuffetto di prezzemolo
  • 1 zolletta di zucchero
  • sale e pepe appena macinato
  • olio e.v.o.
Per prima cosa tagliare le zucchine a rondelle, i peperoni e le melanzane a dadini. 
In una larga padella fare imbiondire la cipolla e l'aglio con 3 cucchiai di olio, aggiungere i pomodori a pezzi o la passata, aggiungere la zolletta di zucchero. 
Nel frattempo in altre padelle  far saltare con pochissimo olio separatamente le melanzane, i peperoni e le zucchine e quando cominciano ad essere coloriti uniteli alla salsa, aggiungere la foglia d'alloro, aggiustare di sale e pepe, se necessario aggiungere un goccio d'olio e continuare la cottura per circa altri 20 minuti. Cospargere con prezzemolo tritato. 
La ratatouille può essere mangiata  calda o fredda, ma se preparata il giorno prima tutti i sapori si amalgamano armoniosamente tra loro.


Non ho potuto assaggiare la ratatouille cucinata in Provenza, ma secondo i miei gusti le verdure non debbono essere cotte troppo, inoltre io adoro anche usarla come condimento per un bel piatto fumante di pasta cotta al dente, soprattutto in estate.



Anche questa ricetta  viene aggiunta alla raccolta dell'Abbecedario culinario europeo ospitato per la Francia da Elena dello "Zibaldone culinario".

mercoledì 17 aprile 2013

Le fiadone corse au brocciu et citron - dolce tipico della Corsica



Sarà che è più vicina alle coste italiane che a quelle francesi (solo 82 km la separano da Piombino ed appena 31 km dall'isola di Capraia), sarà che fino al 1768 è stata territorio italiano (fu poi ceduta alla Francia di Luigi XV per debiti dalla Repubblica di Genova), ma la Corsica chiamata "l'Île de Beauté",   è pur sempre Francia.
Se così non fosse stato il còrso più famoso della storia, Napoleone Bonaparte, avrebbe cambiato completamente la nostra storia, chissà se in meglio................. ma non lo sapremo mai!!
Il suo aspetto aspro di una montagna che emerge dal mare l'ha resa difficilmente vulnerabile da parte degli invasori, ma le catene montuose che la percorrono longitudinalmente e trasversalmente hanno creato anche al suo interno confini ideologi, politici e sociali, anche la lingua parlata non era unica, italiano e còrso.
E' divisa in due dipartimenti:
- Corsica del Sud con capoluogo Ajaccio che è anche la capitale della regione
- Alta Corsica con capoluogo Bastia.

Lungomare di Ajaccio (foto di Grain de sel da Wikipedia)

La baia di Calvi (foto di Greudin da Wikipedia)
Chiesa di Aregno in stile romanico-pisano (foto di  Pinpin da Wikipedia)

Data la vicinanza con la Sardegna, con le isole dell'Arcipelago Toscano e con la Liguria, la cucina còrsa risente fortemente dell'influenza di quella italiana.
Sono ottimi i suoi prodotti di salumeria, i formaggi, i piatti a base di pesce lungo le coste ed anche i suoi dolci.
Il "fiadone" è uno dei dolci più conosciuti, il cui ingrediente  principale è il brocciu, un formaggio fresco a base di latte di capra o di pecora e che io ho dovuto sostituire con una ricotta romana di pecora.
La sua preparazione è veramente semplice e per questo la qualità dei prodotti utilizzati deve essere eccellente.
I limoni che ho utilizzato sono del nostro albero che al mare dà dei frutti profumatissimi, certo la ricotta romana non è il brocciu, ma necessità fa virtù, non me ne vogliano i còrsi.

Ingredienti:     ( per uno stampo rettangolare da 28 cm per 18 cm)


  • 500 gr di brocciu còrso (io ho utilizzato ricotta romana di pecora)
  • 250 gr di zucchero
  • 6 uova intere
  • 2 limoni non trattati
  • 4 cucchiai di brandy (o altro liquore)
  • un pizzico di sale
Ho passato innanzitutto al setaccio la ricotta ben sgocciolata.


Ho poi montato a neve fermissima le chiare con un pizzico di sale.



Ho montato i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso e chiaro.......


.......a cui ho aggiunto, continuando con la frusta, la scorza grattugiata dei 2 limoni, il liquore,  i 2 cucchiai di succo di limone e la ricotta setacciata.


A mano con una spatola ho unito le chiare montate dall'alto verso il basso .........


.........ed ho versato il composto nello stampo apribile antiaderente (in mancanza ungete lo stampo o
meglio ancora  utilizzate la carta da forno).


Far cuocere in forno già caldo a 180° per 40 - 45 minuti finché il fiadone non sia colorito, specialmente sui bordi.
Appena uscito dal forno sarà bello gonfio, ma subito si abbasserà, non spaventatevi.



Una volta freddo tagliatelo a quadrotti, potete accompagnarlo con frutta fresca e volendo anche della salsa al cioccolato.



Si mantiene per 2 giorni in frigorifero.


Anche questo dolce si aggiunge alle ricette raccolte per la Francia da Elena dello "Zibaldone culinario" per l'Abbecedario culinario europeo.

Ciao ciao!!

martedì 16 aprile 2013

Puits d'amour de l'Île-de-France




Cercando ricette meno note della cucina francese per l'Abbecedario culinario europeo mi sono chiesta:
- Possibile che non si riescano a trovare ricette tipiche di Parigi? -
Quando si cercano piatti tipici della capitale francese si trovano tutti i piatti conosciuti nel mondo come emblema della cucina francese in generale, ma io volevo delle ricette della tradizione parigina da sempre,  il corrispondente di quello che per Roma è la coda alla vaccinara o i rigatoni co' la pajata, per intenderci.
Così ho pensato di cercare tra le specialità dell'Île-de-France, la sua regione e qui sono stata fortunata, non si parlava più di ricette salite agli onori della gastronomia mondiale, ma finalmente di piatti  meno noti ma sicuramente ugualmente gustosi e casarecci nel senso di fatti in casa.
....e dal nome di questi piatti la ricerca è proseguita alla volta delle relative ricette.
Il nome di questi dolcetti, "pozzo d'amore", evocava immediatamente l'idea di qualcosa legato a questo magico sentimento, ma leggendone la storia confesso che mi è sfuggito un sorriso!! 

Questo dolcetto fu inventato nel 1735 da Vincent de la Chapelle a Parigi ed inizialmente era un guscio di pasta sfoglia ripieno di gelatina di ribes. Il pozzo d'amore era riferito ad un'altra immagine piuttosto erotica che nella società francese del tempo suscitò scandalo.

Sembra anche che allora i  "pozzi d'amore" avessero il manico che li faceva somigliare ai secchi dei pozzi.
Bastò sostituire la gelatina di ribes con della crema pasticcera caramellata per renderli più accettabili.
Ecco quindi la ricetta.


Ingredienti:   (per 7 pozzi d'amore)


  • 1 rotolo di pasta sfoglia da 250 gr

Per la crema pasticcera
  • 1 uovo intero + 2 tuorli
  • 4 cucchiai di zucchero
  • 60 gr di farina
  • 400 ml di latte
  • 1 bacca di vaniglia
Per il caramello
  • 90 gr di zucchero semolato
Per la versione a "secchio"
  • 1 cucchiaino di confettura o gelatina di frutti di bosco per ogni "pozzo d'amore"

Per prima cosa facciamo la  crema pasticcera mettendo sul fuoco il latte con la bacca di vaniglia spaccata ed i semini raschiati fino a bollore.
Versare il latte, dopo aver tolto la bacca di vaniglia, sulle uova già battute con le fruste insieme allo  zucchero ed alla farina e rimettere il tutto sul fuoco a calore moderato girando continuamente fino a che non si è addensata.
Lasciare quindi raffreddare e mettere in frigo.

Procedere quindi con i gusci che otterremo rivestendo degli stampi da muffins con un cerchio di pasta sfoglia, bucherellandone il fondo con i rebbi di una forchetta, coprendo quindi l'interno con carta da forno e riempiendo con fagioli secchi.



Per la versione "a secchio" taglieremo anche una strisciolina di pasta sfoglia sostenendolo con un rotolo di cartone della carta da cucina rivestito di carta da forno ed attaccandone le estremità alla pasta sfoglia con cui abbiamo rivestito lo stampino.



Rimettiamo gli stampi in frigorifero per 20 minuti mentre intanto facciamo scaldare il forno a 180°.
Passati i 20 minuti facciamo cuocere per 20 minuti a 180°, poi li togliamo delicatamente dagli stampini e li rimettiamo altri 5 minuti in forno poggiati sulla griglia.

Per la versione "a secchio" mettiamo 1 cucchiaino di confettura di frutti di bosco sul fondo del guscio di pasta sfoglia, poi lo riempiamo con la crema pasticcera e guarniamo con 2 gocce di confettura (io ci ho fatto un cuoricino).



Per la versione classica invece riempiamo i gusci con la crema pasticcera su cui versiamo un caramello fatto con lo zucchero fatto sciogliere con pochissima acqua fino a che non prende il classico colore. Quando lo verseremo sulla crema pasticcera fredda si indurirà immediatamente.







Anche questa ricetta si aggiunge alle altre ospitate dal blog di Elena "Zibaldone culinario" per l'Abbecedario culinario europeo.




Alla prossima ricetta!!