La portata che questa volta affronta il Menù lib(e)ro sono gli antipasti di carne. La chef a cui fare riferimento è Simona del blog "Briciole" a cui affidare le nostre ricette fino al prossimo 19 luglio!
Ho tratto la mia ricetta dal libro "Il grande manuale della Cucina Regionale a cura di Stella Donati", un libro che mi è servito di ispirazione fin da quando ero ragazza ed avevo voglia di conoscere ricette nuove del nostro meraviglioso paese.
Si tratta delle "impanadas" o panadas sarde.
Le origini sembra risalgano addirittura all'epoca nuragica in cui l'involucro di pasta serviva a contenere carne e verdure.
Gli spagnoli nel XV° secolo ne cambiarono forma e ripieno, ma il popolo sardo tornò all'antica ricetta aggiungendo una chiusura particolare della panada (sa considura) e trasformandolo da alimento pastorale a cibo per i giorni di festa e da regalare alle persone di riguardo.
La pasta che costituisce l'involucro è in "pasta violada", un impasto caratterizzato dall'uso di strutto e spesso di semola rimacinata di grano duro.
Il ripieno, fortemente legato al territorio in cui vengono preparate le panadas, può essere:
- di carne di agnello, vitello, maiale o pollo condita con aglio, prezzemolo, pomodi secchi ed olio
- di anguille con patate o piselli
- di verdure (zucchine, peperoni, melanzane, carciofi, patate) anch'esse condite con aglio, prezzemolo, olio e pomodori secchi
Anche le dimensioni possono variare, dalle grandi per 4-7 perone, alle monoporzioni che sono ideali come aperitivo (panadinas o panadeddas).
Ingredienti: (per circa 12 panadinas)
Per la pasta violada
- 400 gr di farina (nella ricetta non è specificato di quale tipo, potete usare farina 00 o semola rimacinata di grano duro, o metà di un tipo e metà dell'altro). Io questa volta ho usato tutta farina 00.
- un pizzico di sale
- 1 bustina di zafferano
- 5 cucchiai d'olio o di strutto (io ho usato circa 100 gr di strutto)
- 15 cucchiai di acqua tiepida
Per il ripieno
- 300 gr di polpa macinata di vitello, maiale o agnello (io ho usato maiale)
- una manciata di prezzemolo tritato
- qualche foglia di basilico
- 1 spicchio d'aglio
- 4 cucchiai di olio e.v.o.
- 300 gr di pomodori pelati ben scolati
- sale e pepe q.b.
Per spennellare
- un tuorlo d'uovo mescolato con un goccio di latte
Iniziate a preparare il ripieno mescolando tutti gli ingredienti in una terrina e lasciandoli in frigorifero perché si amalgamino tutti i sapori.
Preparate quindi la pasta violada ponendo la farina in una ciotola o nella planetaria, unite lo strutto e poi pian piano l'acqua tiepida in cui avrete sciolto il sale e lo zafferano. Una volta che si sarà formato l'impasto passate a lavorarlo sulla spianatoia fino a che non risulti liscio e compatto. Avvolgetelo con la pellicola e fatelo riposare nel frigorifero almeno 30 minuti.
Riprendete la pasta e stendetela sulla spianatoia infarinata con il mattarello ad uno spessore di circa 4 millimetri.
Anziché chiuderli a raviolo ho voluto ricreare la tipica forma della panadina ( sempre indicata in ricetta) ritagliando cerchi da circa 10 cm per la base e da 8 cm per il coperchio.
Nel cerchio più grande, tenendolo nella mano, disponete un bel cucchiaio di ripieno.
Ponete sopra il cerchio più piccolo, sigillate le due circonferenze premendo con le dita.
Ora con il pollice e l'indice formate tutto intorno la classica chiusura a cordoncino.
Io per comodità ho disposto le panadine in stampi in silicone per muffins e quindi su una teglia.
Spennellateli con il tuolo diluito con un goccio di latte.
Fate quindi cuocere a 180°C per 40 minuti circa.
P.S.: In alcune zone della Sardegna non le spennellano con il tuorlo, ma le immergono una per una nell'acqua bollente, le rimettono nella teglia e le fanno cuocere in forno altri 5 minuti affinché diventino belle lucide.
Provatele con il ripieno che più vi piace, sono deliziose!! =^-^=