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giovedì 21 novembre 2024

Torta del Santo di Padova



Quando anni fa scoprii la "torta russa di Verona" mi capitò di vedere una torta che visivamente gli somigliava molto. Stesso guscio di pasta sfoglia, uno strato di confettura di albicocche spolverizzato di amaretti sbriciolati, arancia candita ed uvetta che racchiude un ripieno di uova, mandorle, zucchero e farina ma senza lievito, la torta del Santo appunto. La torta di Sant'Antonio da Padova (nato a Lisbona nel 1195 e morto a Padova nel 1231) ha origine dal pane che i frati della basilica dedicata al Santo regalavano ai poveri, anche se con il tempo si è arricchito di ingredienti, e sembra che nella forma voglia ricordare la cupola della basilica stessa. È veramente deliziosa e se si usa la pasta sfoglia confezionata è anche rapida da realizzare non solo per il 13 giugno in cui si festeggia il Santo, ma tutto l'anno. 



Ingredienti: (teglia apribile da 22 cm di diametro) 

Per il guscio della torta 

  • 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare da 265 gr
  • 3 cucchiai di confettura di albicocche
  • Qualche cucchiaio di arancia candita tritata 
  • Qualche cucchiaio di mandorle spellate, tostate e ridotte in polvere
  • 100 gr di uvetta ammollata per 10 minuti in acqua tiepida e ben asciugata
  • Qualche amaretto sbriciolato
Per il ripieno

  • 4 uova intere
  • 180 gr di zucchero semolato 
  • Buccia grattugiata di mezzo limone non trattato 
  • 1 cucchiaino di aroma di vaniglia
  • 150 gr di farina 00 
  • 50 gr di fecola di patate
  • 120 gr di burro fuso
  • 60 gr di mandorle spellate, tostate e sminuzzate
  • Un pizzico di sale
Per guarnire 
  • Zucchero semolato o di canna
  • Zucchero a velo
Per prima cosa togliete la pelle alle mandorle immergendole per un po' in acqua tiepida, quindi fatele tostare a fiamma bassissima in una padella antiaderente e da fredde passatele nel tritatutto fino ad ottenere o una farina di mandorle o una granella più grande secondo i vostri gusti. Fate rinvenire l'uvetta in acqua tiepida per circa 10 minuti, quindi tamponatela con della carta assorbente.
Ponete la pasta sfoglia nella tortiera con tutta la sua carta da forno, facendo uscire dai bordi la pasta eccedente. 
Io ho usato una teglia da 24 cm non avendone da 22 cm ed infatti è venuta un po' meno alta di quanto avrebbe dovuto essere. 
Dopo aver bucherellato la base della pasta sfoglia con i rebbi di una forchetta cospargetela con la confettura di albicocche, spolverate quindi con 3 cucchiai di farina di mandorle, sbriciolatevi qualche amaretto, cospargete l'uvetta ed i canditi d'arancia sminuzzati.



Preparate ora il ripieno montando con le fruste elettriche le uova intere con lo zucchero, un pizzico di sale e la vaniglia fino a renderle spumose. Aggiungeteci la farina 00 unita alla fecola di patate mescolando delicatamente dal basso verso l'alto per non fare smontare il composto. Aggiungete allo stesso modo il burro fuso non più caldo, le mandorle tritate e la scorza grattugiata di limone.
Versate il composto nel guscio di pasta sfoglia, ripiegatevi sopra i lembi di pasta, cospargete di zucchero e fate cuocere in forno statico a 175 gradi C per 35 minuti. 



Una volta fredda cospargete la torta del Santo con zucchero a velo. 
È deliziosa, fatela riposare un giorno e poi gustate questa bontà. 


lunedì 21 ottobre 2024

Torta di nocciole



Dopo 1 anno e mezzo di ricette per il progetto "ABC un mondo d'ingredienti" mi sono presa alcuni mesi di riposo, ma il compleanno di fine settembre di uno dei miei nipotini mi ha impegnata nella sua torta decorata che mi ha riportata al primo  amore e prima o poi vi mostrerò le torte realizzate in questi ultimi 5 anni per i miei nipotini. 

Oggi invece ho voluto realizzare una torta alle nocciole che avevo visto qui e che mi era piaciuta. È rapidissima da fare ma vi assicuro che è deliziosa. È una torta da credenza, ma accompagnata da una buona tazza di cioccolato o uno zabaione può concludere egregiamente un pranzo. È una torta tipicamente piemontese dove la nocciola tonda gentile delle Langhe è coltivata, in alcune versioni non vengono utilizzati affatto la farina ed il lievito, in altre invece si. Io ho ottenuto la farina di nocciole tritando al mixer le nocciole intere che secondo me mantengono di più il loro sapore di quelle già ridotte in farina. 



Ingredienti: (per una teglia da 20 cm di diametro) 

  • 120 gr di farina 00
  • 80 gr di farina di nocciole
  • 50 gr fi burro fuso 
  • 150 gr di zucchero semolato
  • 2 uova grandi a temperatura ambiente 
  • 200 ml di panna da cucina
  • 16 gr di lievito per dolci
  • 1 bustina di vanillina ( meglio ancora i semi di una bacca di vaniglia)
  • un pizzico di sale 
Per guarnire
  • 50 gr di granella di nocciole
  • 3 cucchiai di gocce di cioccolato fondente
Iniziate montando le uova intere con lo zucchero e la vaniglia, aggiungete quindi il burro fuso ormai tiepido, la panna da cucina e la farina di nocciole montando sempre con le fruste. Per ultima aggiungete la farina setacciata insieme al lievito ed al sale. Quando il composto è ben amalgamato versatelo nella teglia dove avrete coperto il fondo con carta da cucina e imburrato ed infarinato il bordo. Coprite la superficie con la granella di nocciole mista alle gocce di cioccolato e cuocete in forno statico già caldo a 180 gradi per 35 minuti. 

Soffice e profumata vi piacerà sicuramente. 

sabato 18 maggio 2024

Chili tayo (tinned tuna) with noodles (Isole Salomone) - P di Peperoncino



Lunedì avevo pubblicato quella che doveva essere la mia ultima ricetta per l'ABC - Un mondo d'ingredienti, ma quando Eloisa ci ha invitate a festeggiare insieme oggi con l'ultimo stato rimasto non potevo non partecipare. Come normalmente faccio avrei voluto portare io il dolce ed ero anche riuscita a trovare una variante delle Isole Salomone della celebre pavlova (ricordiamoci che Australia e Nuova Zelanda, che se ne contendono la paternità, sono vicine). Tra i frutti tropicali che completano la loro kakamora pavlova ci doveva essere la papaya, proprio uno degli ingredienti non utilizzati. Perfetto penso, ma nonostante abbia girato i più grandi e forniti supermercati della zona ho trovato tutto tranne la papaya. A malincuore ho dovuto rinunciare al dolce, ma tra gli ingredienti ancora da utilizzare c'era il peperoncino, quindi sostenuta da Eloisa ho ripreso una ricetta curiosa che avevo trovato cercando ricette delle Salomone dove il peperoncino è tra gli elementi caratterizzanti. Come raccontavano anche diversi blog di giramondo che hanno visitato questo angolo di paradiso, ricette pubblicate della cucina locale ce ne sono poche. Si tratta quasi sempre di ricette che riguardano la cucina più antica delle isole, utilizzando spesso ingredienti introvabili qui da noi e metodi di cottura arcaici come pietre arroventate sulla brace o avvolgendo i cibi nelle foglie di taro e cuocendo così sotto la brace o in forni ricavati sottoterra. 

Trattandosi di isole il pesce costituisce il prodotto più presente sulle loro tavole, ma non avrei mai immaginato che le Salomone fossero tra i maggiori produttori di tonno che viene inscatolato sul posto e poi spedito in tutto il mondo dove aggiungono una nuova etichetta. Gli abitanti sono grandissimi consumatori di tonno, sia fresco che in scatola sott'olio spesso accompagnato da peperoncino. Quando ho trovato questa ricetta ho pensato subito ai pranzi veloci e poco costosi degli universitari fuori sede, ma dopo averla mangiata posso dire che gli universitari non si trattano affatto male. Io ho utilizzato le linguine, ma spiegano che alle Salomone usano qualsiasi tipo di pasta abbiano a disposizione ed è possibile trovare anche chi coltiva e vende piante di basilico. 

Godiamoci questi ultimi piatti insieme in allegria, in attesa di nuovi progetti che ci vedranno in giro per il nostro paese e nel resto del mondo, vi abbraccio tutte care amiche, a presto! ❤️

Ingredienti: (per 2 persone affamate) 

  • 1 scatola di tonno sott'olio da 240 gr
  • 1 spicchio d'aglio 
  • 1/2 cipolla tritata
  • qualche cucchiaio d'olio (noi evo)
  • 1 bel peperoncino piccante
  • il succo di un lime (o limone)
  • qualche foglia di basilico 
  • 200 gr di linguine
Fate appassire nell'olio la cipolla con lo spicchio d'aglio ed il peperoncino, aggiungete il tonno sgocciolato e fate insaporire alcuni minuti.
Nel frattempo cuocete le linguine al dente in acqua salata. Quando la pasta è pronta per essere scolata aggiungete il succo di lime al condimento di tonno, versateci la pasta e fate saltare per amalgamare. Guarnite con foglie di basilico e buon appetito! 



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lunedì 13 maggio 2024

Poulet rôti aux cinq épices ( Guinea Equatoriale) - A di Anice stellato

 


Eccomi all'ultima ricetta di questo tour mondiale, con l'anice stellato andiamo nella Guinea Equatoriale per cucinare un pollo molto speziato sia per le 5 spezie (cannella, anice, finocchio, coriandolo, chiodi di garofano e pepe) che per l'ingrediente protagonista di questa tappa. 

L'anice stellato ha diverse proprietà, come stimolare l'appetito, essere antimicotico ed antinfiammatorio. 

Colgo l'occasione per ringraziare Eloisa di Trattoria MuVarA per questa ennesima opportunità che si è inventata per farci conoscere un po' il resto del mondo e le cucine più disparate. 


Ingredienti: (per 4 persone)

  • 1 pollo intero (io ho usato solo 4 cosce e sovracosce)
  • 3 cucchiaio di olio evo
  • 2 cucchiai di cinque spezie
  • 1 anice stellato
  • sale e pepe q.b.
  • una scorza di arancia non trattata
  • un pezzetto di zenzero
  • 3 cucchiai di salsa di soia
  • 1 cucchiaio di amido di mais
Per prima cosa cospargete il pollo con le cinque spezie mescolate con l'olio, ponetelo in una teglia con una ciotola d'acqua in forno a 150 gradi C per 90 minuti cospargendolo con sale e pepe. Io ho aumentato la temperatura a 200 gradi C e cotto per molto meno tempo. Una volta cotto a puntino prelevate il succo rimasto nella teglia ed unitelo con la scorza d'arancia tagliuzzata finemente, lo zenzero grattugiato e l'amido di mais sciolto nella salsa di soia. Rimettete questa salsa sul fuoco e dolcemente fatela addensare. Nel frattempo ho passato per alcuni minuti il pollo sotto il grill per renderlo croccante. Servitelo nappato con la salsa e accompagnato con dell'insalata. 


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domenica 12 maggio 2024

Granité de pastèque à la menthe (Nuova Caledonia) - A di Anguria



Siamo giunti alle ultime tappe di questo lungo viaggio e questa volta l'ingrediente da utilizzare è l'anguria che finalmente anche da noi è di stagione. Per utilizzarlo ci spingiamo fino in Nuova Caledonia, un territorio francese nel sud del Pacifico ad est dell'Australia, costituito da una dozzina di isole. Famose e meravigliose sono le sue spiagge ornate da Palme, una vita sottomarina che la rendono un paradiso per i sub, specialmente intorno all'isola principale che è Grand Terre, circondata dalla barriera corallina.

Immaginiamoci quindi beatamente sdraiati su una di queste spiagge e godiamoci questo drink a base di anguria. 

L'anguria è tra i frutti più coltivati, insieme ad agrumi, banane ed ananas, oltre a tanti altri (le specie di frutta coltivata sono circa trenta).

Ingredienti: (per 2 persone) 

  • 1/2 anguria piccola
  • 6 cubetti di ghiaccio
  • succo di 1 limone
  • foglie di menta
Tagliate a cubetti la polpa dell'anguria privata dei semi. Io ho anche frullato le parti che erano avanzate dopo aver ottenuto i cubetti.
Mischiate i cubetti ed il frullato d'anguria con il succo di limone, aggiungete qualche foglia di menta ed i cubetti di ghiaccio 
Servite in un bel bicchiere da bibita. 


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martedì 30 aprile 2024

Kanda ti nyma -polpette di carne e semi di zucca (Repubblica Centrafricana) - P di Prezzemolo

 


La Repubblica Centrafricana si trova nell'Africa centrale e non ha sbocchi sul mare. L'alimentazione si basa sulla manioca, trao, igname e patate dolci, oltre a legumi, platano, carne (bovina, di capra e pollo), selvaggina e pesci di acqua dolce. 

Questa ricetta di polpette è tipica del paese ed è caratterizzata dalla presenza di semi di zucca tritati nell'impasto di carne e dal prezzemolo che dona freschezza.

Ingredienti: (per 20 polpette)

Per le polpette

  • 450 gr di carne macinata di manzo
  • 240 gr di semi di zucca sbucciati
  • 1 cipolla tritata
  • 2 spicchi d'aglio tritati
  • un mazzetto di prezzemolo tritato
  • Sale e pepe q.b.
Per la salsa

  • 1 cipolla tritata
  • 5 pomodori a cubetti
  • 1 peperoncino
  • qualche cucchiaio d'olio
  • sale q.b.
  • 1 tazza d'acqua
Per guarnire 
  • Prezzemolo tritato

Per prima cosa tostate alcuni minuti i semi di zucca in padella, quindi frullateli ed uniteli alla carne macinata, alla cipolla, all'aglio ed al prezzemolo tritati. Aggiungete sale e pepe e fate riposare in frigo il composto ottenuto per circa 1 ora.

Preparate ora la salsa facendo soffriggere nell'olio la cipolla con il peperoncino, aggiungete i pomodori a cubetti e dopo  5 minuti aggiungete l'acqua ed il sale. 

A questo punto preparate le polpette ed immergetele nel sugo, coprite con coperchio e fate cuocere circa 20 minuti a fuoco dolce. Scoperchiate e fate cuocere ancora fino a far addensare la salsa. 

Accompagnate le polpette con riso cotto a vapore e guarnite con abbondante prezzemolo tritato. 


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lunedì 29 aprile 2024

Zambian mushrooms (Zambia) - C di Champignons



Per realizzare una ricetta che abbia come protagonisti i funghi champignons questa volta ci rechiamo nello Zambia, nell'Africa meridionale.  Non ha sbocco sul mare, è ricco di parchi nazionali incontaminati e zone per i safari vista la quantità di animali della savana. Attraversato da 3 grandi fiumi, tra cui lo Zambesi con le sue spettacolari Cascate Vittoria, ha un clima tropicale ma piuttosto mite vista l'altezza degli altipiani che costituiscono gran parte del territorio. 

Durante il periodo delle piogge è possibile raccogliere funghi locali che possono raggiungere anche dimensioni veramente notevoli, ma è anche praticata la coltivazione indoor di vari funghi, tra cui gli champignons.

Questa ricetta è un modo molto semplice di cucinare questi funghi ma gustoso, con cui accompagnano riso bollito o nshima, una sorta di polenta di farina di mais.

Ingredienti: 

  • 1 ciotola di funghi champignons
  • 1/2 cipolla tritata
  • 2 cucchiai di olio 
  • 1 pomodoro rosso medio (io ho usato alcuni pomodorini ciliegino)
  • sale
  • peperoncino in polvere
Dopo aver pulito rapidamente i funghi tagliateli in quarti. 
Versateli nella casseruola con l'olio, aspettate che inizino a tirar fuori l'acqua di vegetazione. Loro con i funghi che crescono spontanei aggiungono acqua ma non ho idea di che tipo di funghi si tratti, probabilmente hanno bisogno di una lunga cottura, per gli champignons questo non serve. 
Aggiungete la cipolla ed i pomodorini, aggiustate di sale e peperoncino e portate a cottura. 
Loro li accompagnano a riso bollito o nshima (tipo di polenta fatta con farina di mais). 


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lunedì 22 aprile 2024

Fijian kheer - Budino di riso ( Fiji) - C di Chiodi di garofano



Questa mattina voglio proporvi un budino di riso, il Kheer. Di provenienza indiana fu portato come tantissime altre ricette dagli immigrati indiani durante il colonialismo britannico nelle Fiji (arcipelago a nord della Nuova Zelanda che fa parte dell'Oceania), in particolare l'uso del riso e delle spezie. Proprio le spezie danno carattere a questo budino ed useremo in particolare i chiodi di garofano.

Ricchi di sali minerali hanno proprietà antinfiammatorie ed antibatteriche. 

Nelle Fiji amano l'ora del tè ed accompagnano il kheer ben freddo di frigorifero ad una tazza di masala chai, tè al latte speziato. 



Ingredienti:

  • 1/4 di tazza di riso (non Basmati o integrale) circa 65 grammi
  • 1/4 di tazza di acqua
  • 3 tazze di latte 
  • 1 cucchiaio di burro chiarificato
  • 2 baccelli di cardamomo
  • 2 chiodi di garofano
  • 3 cucchiai di zucchero
  • 2 cucchiai di uva sultanina
Per guarnire 
  • scaglie di mandorle
  • pistacchi tritati (facoltativi)
  • anacardi non salati (facoltativi)
  • 1 cucchiaino di acqua di rose (facoltativo)
Sciacquate il riso 4 volte fino a togliere tutto l'amido. 
Nel tegame sciogliete il burro e fateci insaporire per alcuni minuti il riso ben scolato, aggiungetevi l'acqua ed il latte, i chiodi di garofano ed i semi di cardamomo e fate cuocere a fiamma bassa mescolando spesso. Aggiungete anche lo zucchero e l'uva sultanina e controllate che il chicco di riso si sfaldi se schiacciato sul dorso del cucchiaio, a questo punto il riso è cotto e dovrebbe essere rimasto ancora un po' di liquido, se così non fosse aggiungete un pochino di latte.
A questo punto potete aggiungere l'acqua di rose, versate in una ciotola e guarnite con la frutta secca.   
Servitelo a temperatura ambiente o freddo. 


  
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venerdì 19 aprile 2024

Couscous de Tombouctou (Repubblica del Mali) - C di Couscous


La Repubblica del Mali si estende nell'Africa occidentale, non ha sbocchi sul mare, a settentrione raggiunge la profondità del deserto del Sahara mentre a sud fa parte della Savana Sudanese dove scorrono i fiumi Niger e Senegal dove è piu densamente abitata.

La sua economia è  principalmente agricola ed estrattiva, tanto che è il terzo paese africano per estrazione dell'oro. 

La sua cucina si basa su riso, miglio o couscous che sono accompagnati da salse a base di verdure e carne (pollo, agnello e manzo). Si consuma anche pesce fresco o affumicato. 

E proprio il couscous di Timbuctu ho voluto preparare. Il couscous nasce in Maghreb, consiste in piccole palline formate con semola di grano duro o miglio bagnata con pochissima acqua e lavorata con le mani fino ad ottenere i classici chicchi di couscous che poi vengono cotti a vapore. Ormai da noi si trova in vendita il couscous già precotto a cui basta aggiungere la stessa quantità di acqua o brodo caldo, un po' di sale ed olio e lasciare coperto perché i chicchi l'assorbano tutta, in genere ci vogliono 5-10 minuti. Quindi si sgrana con una forchetta. 

Io vi riporto le dosi della ricetta che ho trovato, ma le quantità di spezie che io ho utilizzato è molto inferiore a quelle che loro indicavano, piccante come lo fanno loro non sarei riuscita a mangiarlo. Potete sbizzarrirvi con le verdure, loro ovviamente si basano su quelle a loro disposizione. 



Ingredienti: (per 2 persone)

Per il couscous

  • 1 tazza e mezza di couscous crudo
  • 1 tazza e mezza di acqua caldo o brodo caldo
  • 1 cucchiaio di olio 
  • sale q.b.

Per il condimento
  • 2 sovracosce di pollo ( o 1 petto di pollo) 
  • 1 zucchina
  • 1 carota
  • 1/2 cipolla
  • 1 spicchio d'aglio 
  • 1 peperone 
  • 1 patata
  • 125 gr di ceci già cotti
  • 4 pomodorini rossi
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
  • una punta di noce moscata grattugiata 
  • una punta di cannella in polvere
  • una punta di pepe di Cayenna
  • un pizzico di cumino in polvere
  • un pizzico di cardamomo in polvere
  • un pizzico di zenzero grattugiato
  • 1/2 cucchiaio di prezzemolo tritato
  • 1/4 di peperoncino fresco
  • sale e pepe q.b.
  • una noce di burro
  • 3 cucchiai di olio
In un tegame fate appassire alcuni minuti cipolla ed aglio tritato con un goccio d'olio, aggiungetevi le patate a tocchetti e le carote a rondelle, il peperoncino, i pomodorini, quindi con un po' di acqua calda fate sciogliere il concentrato ed aggiungetelo alle verdure. Aggiungete dopo un po' le zucchine ed il peperone a tocchetti, aggiustate di sale e pepe, aggiungete le spezie e portate a cottura aggiungendo se necessaria altra acqua calda. Per ultimi fate insaporire nella salsa anche i ceci già cotti. Aggiungete alla fine una noce di burro ed il prezzemolo tritato.
A parte cuocete il pollo in un tegame con un goccio di olio, sale e pepe. 
Preparate il couscous aggiungendo pari volume di acqua calda, un goccio d'olio e un pizzico di sale. Fate riposare coperto circa 10 minuti. Sgranatelo con una forchetta.

Disponete il couscous in un piatto da portata con sopra la salsa di verdure ed il pollo. 


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giovedì 18 aprile 2024

Boulettes d’aubergines - Polpette di melanzane e ceci (Costa d'Avorio) - C di Cumino



Spostandoci nella parte occidentale dell'Africa che si affaccia sul Golfo di Guinea giungiamo in Costa d'Avorio, uno dei principali esportatori al mondo di semi di cacao. Vi si produce in abbondanza anche caffè ed olio di palma, la cucina si basa su grano, tuberi, carne di maiale e pollo, ma  anche pesce e frutti di mare, verdure, spezie e frutta fresca. 

E proprio una spezia, il cumino, entra nella preparazione di questa ricetta di polpette con melanzane e ceci che esteticamente non sono molto belle ma vi assicuro che sono buone! 

Il cumino è originario del bacino del Mediterraneo e ha proprietà che combattono i problemi intestinali, digestivi e renali.




Ingredienti:

  • 1 grossa melanzana
  • 250 gr di ceci già lessati
  • 1/2 cucchiaino di semi di cumino
  • 1/2 cucchiaino di curcuma 
  • 1/2 cucchiaino di paprica piccante 
  • 1/2 cucchiaino di peperoncino (io una punta)
  • 3 cucchiai di olio
  • sale e pepe q.b.
La preparazione è molto semplice. 
Per prima cosa cuocete in forno a 180 gradi C la melanzana a fette cosparsa di un filo d'olio e sale per 30 minuti, girando le fette a metà cottura. 
Passate quindi le fette di melanzana tagliate a pezzi in un tritatutto insieme a tutti gli altri ingredienti.



Io ho aggiunto a mio gusto solo pochissimo aglio in polvere.
Disponete a cucchiaiate la purea formando sulla carta da forno delle polpette e fate cuocere in forno a 180 gradi C per circa 30 minuti. Io aggiungerei un pochino di pangrattato all'impasto per renderlo più sostenuto. 
Come suggerito dal sito che ha pubblicato la ricetta ho accompagnato le polpette con yogurt arricchito da una spruzzata di limone ed al posto dell'aneto io ho usato l'erba cipollina. 


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mercoledì 17 aprile 2024

Kuindiong - budino di semolino (Sudan del Sud) - Y di Yogurt



Volando a nord del Burundi siamo arrivati nella Repubblica del Sudan del Sud, lo stato più giovane al mondo, nato nel 2011 dalla separazione dal Sudan. La sua cucina è piuttosto varia e speziata ed è influenzata da quella araba. Comprende ortaggi, legumi, cereali (in particolare sorgo e mais), pesce di fiumi e laghi,  carne (pollo, capra, montone), latte ed i suoi derivati (burro, yogurt) e frutta. 

Cercando ricette con lo yogurt ho trovato questo dolce tipico del popolo Dinka, il kuindiong, una sorta di budino di semolino cotto in acqua, yogurt e latte e guarnito con il miok, ottenuto con burro e yogurt. Ha un sapore molto delicato, sinceramente ricorda le prime pappe dolci che noi diamo ai neonati, va mangiato caldo o tiepido. Probabilmente arricchendolo con della cannella, un po' di cacao e della frutta secca risulterebbe più vicino ai nostri gusti, ma qui ho seguito esattamente la ricetta del popolo Dinka.



Ingredienti: (secondo me per 4 persone) 

Per il kuindiong

  • 1/2 lt di acqua
  • 280 gr di yogurt naturale
  • 125 ml di latte
  • 180 gr di semolino
  • 110 gr di zucchero
Per il miok
  • 250 gr di burro
  • 280 gr di yogurt naturale
Iniziate a preparare il miok facendo fondere il burro, aggiungendovi quindi lo yogurt e facendo cuocere a fiamma dolce girando in continuazione fino a che lo yogurt non si separerà dal burro formando dei fiocchetti che dopo circa 20 minuti diventeranno color  nocciola. Il miok ha lo scopo di aggiungere una nota al budino con il suo gusto leggermente tostato.


Ora preparate il kuindiong.
Mettete l'acqua in un tegame e portatela ad ebollizione, a fiamma bassa aggiungetevi lo yogurt e quindi il semolino mescolando per non formare grumi. Come inizierà ad addensarsi aggiungete anche il latte e lo zucchero continuando a far cuocere per altri 15 minuti mescolando continuamente. Aggiungetevi 2 cucchiaini di miok, versate in coppe e servitelo caldo o tiepido guarnito con altro miok. 


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martedì 16 aprile 2024

Gâteau aux dattes et aux bananes(Burundi) - B di Bicarbonato



La ricerca di ricette con gli ingredienti non utilizzati nella prima parte della nostra avventura con "ABC - un mondo d'ingredienti" prosegue e questa volta sono arrivata in Burundi. Questa piccola repubblica che si affaccia sul lago Tanganica nell'Africa centro-orientale è sostanzialmente un altopiano dal clima tropicale, l'agricoltura occupa circa l'80% del territorio ma è poco produttiva. Viene indicato come il paese più povero al mondo e l'alimentazione si basa su ortaggi, mais e grano, pesce del vicino lago mentre la carne è destinata a pochi. È uno dei maggiori produttori di banane, caffè, tè, zucchero e cotone.  

Leggendo tra le ricette con le banane sono arrivata a questo dolce che in alcune versioni usa come lievitante il bicarbonato, oltre alle banane è arricchito da datteri che qualcuno ha obiettato non siano un prodotto del Burundi.

Sinceramente non sono riuscita a trovare informazioni certe sulla provenienza della ricetta, ma vorrei tanto che tutti i bambini del Burundi potessero fare colazione o merenda con questo dolce, garantendo loro un po' delle calorie giornaliere indispensabili per crescere in salute. 

Ingredienti: (per una tortiera da 23 cm di diametro)

  • da 100 a 200 gr di zucchero di canna ( io ne ho usato 100 gr)
  • da 125 a 250 gr di burro ( io ne ho usato 125 gr)
  • 2 uova 
  • un pizzico di sale 
  • 500 gr di farina 00
  • un cucchiaino di bicarbonato di sodio
  • 4 banane mature
  • 250 gr di datteri denocciolati
  • 1 cucchiaio di cannella in polvere 
  Per guarnire 
  • 25 gr di burro
  • 2 cucchiai di zucchero di canna 
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
Le quantità di zucchero e burro potete variarle secondo i vostri gusti, io ho preferito usare le quantità minime ma era sufficientemente dolce e morbida al punto giusto. In caso aumentatele.

Il procedimento è molto semplice. Mescolate lo zucchero con il burro morbido, aggiungete le uova una per volta, unite quindi la farina miscelata con il bicarbonato e la cannella e con le mani create una sorta di sbriciolata. 

Versate metà di questo impasto nella tortiera foderata di carta da forno, disponetevi sopra le banane a fette ed i datteri a pezzetti, ricoprite con l'altra metà d'impasto. 




Fate cuocere in forno già caldo a 180 gradi C per 35 minuti, fate la prova stecchino che dovrà uscire asciutto. 

Spennellate la superficie con il burro sciolto e cospargetela con lo zucchero misto a cannella. 



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mercoledì 27 marzo 2024

Scarcella pugliese per Pasqua

 


Ci siamo, tra qualche giorno è Pasqua, perché oltre a uova di cioccolata e colombe non fare un dolce tipico con le nostre mani? Questa volta ho voluto preparare una ricetta pugliese che con vari nomi e con qualche variante troviamo in tutto il sud del nostro paese. Quasi sicuramente la scarcella è nata salata, solo successivamente è divenuta dolce quando il prezzo dello zucchero è stato più accessibile. 

La forma tradizionale è quella di un tarallo intrecciato, al cui centro viene posto l'uovo, in epoca pagana simbolo di nuova vita e con il Cristianesimo rappresentazione della Resurrezione di Cristo. Il numero delle uova che la guarniscono deve essere sempre dispari.

Ingredienti: 

  • 500 gr di farina 00
  • 200 gr di zucchero semolato
  • 3 uova 
  • 100 gr di strutto (o di olio evo)
  • 8 gr di cremor tartaro
  • un pizzico di bicarbonato di sodio
  • 50 gr di latte
  • un pizzico di sale
  • buccia grattugiata di 1 limone non trattato

Per guarnire
  • uova sode (tante quante ne vorrete utilizzare)
  • diavolini di zucchero colorati 
Sulla spianatoia formate una fontana con la farina setacciata insieme al cremor tartaro ed al bicarbonato, al centro ponete le uova con lo zucchero, lo strutto, la scorza grattugiata del limone ed iniziate ad unire gli ingredienti con una forchetta. 
Proseguite con le mani facendo assorbire man mano la farina ed aggiungete il latte poco per volta fino ad ottenere un impasto liscio e compatto, non troppo morbido ma ben lavorabile. 
Avvolgete l'impasto schiacciato nella pellicola e fatelo riposare in frigorifero per 30 minuti. 
Dopo il riposo riprendete l'impasto, sul piano leggermente infarinato create le forme che preferite. Se volete delle forme particolari come i coniglietti stendete l'impasto ad un po' più di 1/2 cm di spessore. Con dei cordoncini d'impasto intrappolate le uova sode sulle forme ritagliate e fate cuocere in forno già caldo a 180 gradi C fino a che saranno leggermente dorate (circa 25 -30 minuti secondo la forma).
Quando debbo cuocere forme particolari che potrebbero deformarsi in cottura, prima di andare in forno le lascio in frigorifero per almeno 30 minuti su vassoi in modo che non si rovinino e poi ben fredde le passo direttamente in forno.
Spennellate le scarcelle con del latte dove volete decorare con i diavolini di zucchero. 

Buona Pasqua a tutti! 


martedì 26 marzo 2024

Spargerl appetithappen - Antipasto di asparagi ( Liechtenstein) - A di Asparago


Per portarvi nel Principato del Liechtenstein questa volta prepareremo un antipasto. Il Liechtenstein è uno degli stati più piccoli al mondo, situato tra Austria e Svizzera ha un territorio prevalentemente montuoso, nella parte settentrionale c'è un'area più pianeggiante. Lungo la valle del Reno sono coltivati gli
asparagi, protagonisti di questa ricetta insieme al pane di segale (alimento base di questo paese),al salmone ed al formaggio cremoso. Potrete ottenere un raffinato, gustoso e veloce antipasto adatto anche alle occasioni più importanti. 




Ingredienti: (per 8 tartine)

  • 4 fette di pane di segale
  • 1 tazza di formaggio cremoso
  • 1 cucchiaio di aneto fresco tritato
  • 1 cucchiaio di succo di limone
  • 1/4 di tazza di capperi tritati finemente
  • 8 asparagi
  • 230 gr di salmone affumicato
  • Scorza grattugiata di 1 limone 
Innanzitutto mescolate in una ciotola il formaggio cremoso con i capperi tritati, l'aneto tritato ed il succo di limone. 

In una pentola bassa e larga portate a bollore dell'acqua leggermente salata e scottateci per 2 minuti gli asparagi che poi passerete in acqua ghiacciata per fermare la cottura e conservare il verde brillante. 

Da ogni fetta di pane ricavate 2 tartine della forma che preferite e fate tostate su una padella le 8 tartine ricavate.

Spalmate su ogni tartina un po' del composto di crema di formaggio cremoso che avevate già condito, ponetevi sopra una punta di asparago con un po' di gambo avvolta in una fettina di salmone e cospargete con zest di limone. 

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lunedì 25 marzo 2024

Halwa Bahrein (Bahrein) - C di Colorante alimentare


Siete mai stati nel Regno del Bahrein? Io mai, ma cercando una ricetta dove poter utilizzare il colorante alimentare ho scoperto un dolce particolare che si prepara in questo stato, formato da 33 isole nel Golfo Persico.


Il nome di questo dolce è conosciuto, varie versioni di halva ne troviamo dall'Asia centrale al Medio Oriente fino in India, ma mentre in questi paesi si prepara con farina o semola in Bahrein si utilizza l'amido di mais, come da noi in Sicilia per il gelo. Questo particolare Halwa ha avuto origine nell'isola di Zanzibar, in Tanzania, ma gli abitanti dell'Oman che hanno sempre intrattenuto scambi commerciali con questa isola lo hanno portato fin nel Golfo Persico ed in Bahrein è divenuto popolare circa 150 anni fa. Viene servito come segno di ospitalità accompagnato dal caffè e se ne consuma tantissimo nei 3 giorni dell'Eid successivi alla fine del Ramadan.

 Ingredienti :

  • 1 tazza di zucchero
  • 3 tazze di acqua
  • 1/2 tazza di maizena
  • 1/2 tazza di acqua di rose
  • 1 cucchiaino di succo di limone
  • 1 pizzico grande di zafferano
  • 1 e 1/2 cucchiaini di cardamomo
  • 1 cucchiaino di noce moscata 
  • 1/2 cucchiaino di colorante alimentare rosso liquido
  • 1/4 tazza di olio di semi 
  • 1 tazza di frutta secca tritata grossolanamente (anacardi, mandorle, pistacchi)
Mettete in infusione i pistilli di zafferano nell'acqua di rose.
In una casseruola alta e dal fondo spesso fate fondere a fuoco basso lo zucchero, quando ha raggiunto un colore ambrato aggiungetevi l'acqua dove prima avevate stemperato bene con la frusta l'amido di mais e girate con un cucchiaio di legno. Con la fiamma media continuate a mescolare, aggiungete anche l'acqua di rose con lo zafferano, il colorante rosso ed il succo di limone. Dopo 5 minuti unite anche l'olio di semi. Continuando a mescolare pian piano l'halwa si rassoda, versatevi quindi il cardamomo e la noce moscata insieme ad un po' della frutta a guscio scelta. La cottura dal momento in cui aggiungete l'acqua con l'amido di mais dovrebbe durare circa 40-45 minuti. 
La consistenza dovrebbe essere morbida e un po' gommosa. 
Versate l'halwa in un contenitore di metallo o in coppe singole e guarnite con altra frutta a guscio. Lasciate raffreddare prima di servire. 

Il sapore è molto buono, certo la consistenza è particolare, noi siamo abituati ad altre consistenze, ma vale comunque la pena assaggiarlo.

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giovedì 21 marzo 2024

Gers Ogaily - Torta profumata (Kuwait) - R di (acqua di ) Rose


Per questa torta dai deliziosi profumi orientali sono arrivata in Kuwait, paese arabo che si affaccia sul Golfo Persico. La cucina kuwaitiana è il risultato di una commistione tra quelle beduina, persiana, indiana e levantina. Anche le popolazioni che vi sono immigrate hanno portato le loro tradizioni, come quella libanese, giapponese e polinesiana.


L'ingrediente che ho voluto utilizzare è l'acqua di rose, molto apprezzata in tutto il Medio Oriente per aromatizzare le ricette tradizionali. L'estrazione dell'acqua di rose avviene per distillazione, dall'alambicco l'acqua che bolle si trasforma in vapore acqueo che attraversa i petali di rosa e ne cattura gli olii essenziali. Nella serpentina il vapore si raffredda e torna allo stato liquido ricco delle fragranze floreali dei petali di rosa. 

La ricetta in cui ho utilizzato l'acqua di rose è quella di un dolce vecchio stile che ha l'aspetto di un ciambellone, ma rimane molto umido (questo anche per l'esigua quantità di farina prevista rispetto alle uova ed ai componenti liquidi) ed è profumatissimo grazie alla presenza di acqua di rose, cardamomo, zafferano e semi di sesamo. 

In Kuwait lo accompagnano con un caffè o un tè infuso nel latte, il Chai Haleeb che ho voluto provare e di cui vi darò la ricetta.



Ingredienti: 

  • 230 gr di farina 00
  • 1 cucchiaino e 1/2 di lievito in polvere
  • 1/4 di cucchiaino di sale
  • 4 cucchiai di semi di sesamo tostati
  • 1/2 cucchiaino di pistilli di zafferano 
  • 4 uova 
  • 300 gr di zucchero
  • 113 gr di burro fuso non più bollente
  • 250 ml di latte a temperatura ambiente
  • 1 cucchiaino di cardamomo
  • 1 cucchiaino di acqua di rose
Prima di tutto preciso che i cucchiai e cucchiaini di cui si parla nella ricetta sono quelli americani.

Imburrate ed infarinate accuratamente lo stampo. Qualcuno nelle varie ricette che ho visto dopo averlo imburrato anziché infarinare cosparge tutto lo stampo con semi di sesamo, a voi la scelta.

Tostate i semi di sesamo a fuoco basso in una padella stando attenti a non farli bruciare. 

In una ciotola iniziate a setacciare la farina con il lievito, il sale e 2 cucchiai di semi di sesamo tostati. 

Anziché pestare i pistilli di zafferano con un pochino di zucchero, come indicato nelle ricette che ho trovato, io li ho leggermente scaldati su una padella chiusi in un po' di carta da forno e poi basta schiacciarli con il dorso di un cucchiaio per ridurli in polvere.
A questo punto lasciate lo zafferano in infusione con 2 cucchiai di latte per almeno 10 minuti. 

In una ciotola capiente montate con le fruste elettriche le uova con lo zucchero fino a farle triplicare di volume. 

In un altro recipiente con le fruste mescolate bene il latte con il burro fuso, il cardamomo, lo zafferano diluito nel latte e l'acqua di rose. 

A questo punto unite alle uova (montate con lo zucchero) delicatamente dal basso verso l'alto con un cucchiaio di legno in più riprese il composto con la farina e il composto liquido, alternandoli e iniziando e finendo con quelli secchi. 

Versate il composto nello stampo, spolverare con il sesamo tostato rimasto e cuocere in forno già caldo a 180 gradi C per 45 minuti. Fate la prova stecchino per vedere se ne esce asciutto.

Fate raffreddare bene il dolce prima di toglierlo dallo stampo. 


Per il Chai Haleeb (per 1 persona)
  • 1 tazza e 1/2 di latte
  • 3 baccelli di cardamomo tritati
  • 1 pezzetto di stecca di cannella
  • 2 cucchiaini di tè Earl Grey
Misurate il latte con la stessa tazza che userete per servirlo.
Versatelo in una casseruola, aggiungeteci il cardamomo, la stecca di cannella ed il tè, fatelo cuocere a fiamma bassa per 15-20 minuti. Filtrare e servire. Non servirà zucchero, è già buono così.
Accompagna per tradizione le torte asciutte.

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