venerdì 29 novembre 2013

Le ensaimadas di Maiorca, perché ogni promessa è debito !


Quando la mia figlia maggiore tornò due anni fa dalla sua vacanza a Palma de Maiorca tra i vari pensierini mi portò anche una scatola ottagonale (quella in cui qui in Italia si vende il tradizionale panforte di Siena) legata con uno spago. Prima di recarsi in aeroporto aveva comprato un dolce tipico del posto con cui faceva colazione tutte le mattine, un'ensaimada calda calda da farci assagiare.
Mi chiese se avrei provato a farle ed io glielo avevo promesso.
L'ensaimada è un dolce tipico dell'isola di Maiorca dalla tipica forma a chioccola che può essere
- semplice detta Llisa  
- ripiena di cabell d'Angel, confettura fatta con i filamenti interni     della zucca del Siam cotti con zucchero
- farcita con crema, cioccolato o pasta di torrone
- coperta con albicocca
- coperta con talladas, fette di sobrassada e zucca , usata in Quaresima

Ad Ibiza con le ensaimadas non più fragranti preparano un dolce chiamato greixonera.
Non è certo se le origini di questo dolce siano arabe o ebraiche, di certo dal XVII° secolo si hanno dei riferimenti scritti alla ensaimada mallorquina e nel 1996 ha ottenute l'Indicazione Geografica Protetta.
Il nome ensaimada deriva dalla parola catalana (di origine araba) "saim" che indica lo strutto di maiale con cui si rende elastica la pasta.
Ora che con l'Abbecedario culinario europeo siamo in Spagna potevo non mantenere la promessa fatta a mia figlia??
Assolutamente no!! 
Così mi sono guardata i vari video su You Tube per capire esattamente il procedimento per preparare le ensaimadas e spero di essere riuscita ad eseguirle come dovuto.
La ricetta l'ho presa da questo blog che ha anche un ottimo video dettagliato.

Ingredienti: (per 4 ensaimadas)

Per il lievitino
  • 20 gr di farina Manitoba
  • 10 gr di lievito di birra
  • 10 ml di acqua tiepida
Per l'impasto
  • 350 gr di farina Manitoba
  • 120 gr di zucchero
  • 150 ml di acqua
  • 12 gr di lievito di birra
  • 40 gr di lievitino già preparato come indicato sopra
  • 1 uovo
Strutto ammorbidito da spalmare sulla pasta stesa.

Prepariamo prima di tutto il lievitino con la farina ed il lievito sciolto nell'acqua tiepida, formiamo un piccolo impasto che lavoriamo per renderlo omogeneo e lo facciamo lievitare coperto fino al raddoppio.




Nella planetaria battiamo a lungo l'uovo con lo zucchero fino a farlo diventare bianco e spumoso, ci aggiungiamo il lievito di birra sciolto nell'acqua facendolo amalgamare.




Aggiungiamo anche il lievitino e lavoriamo fino a che tutto non è perfettamente amalgamato.



Per ultima aggiungiamo la farina setacciata e facciamo lavorare la planetaria con il gancio per 30 minuti, fino a che l'impasto non è perfettamente incordato.
Prendendo un pezzettino d'impasto e tirandolo dovrebbe diventare sottile, quasi trasparente.



Facciamo riposare l'impasto coperto per 10 minuti così si lavorerà meglio.
Cospargiamo il piano di lavoro con olio di semi, con il coltello dividiamo l'impasto in quattro parti.



Prendiamo una parte d'impasto, lo stendiamo con il mattarello nel senso della lunghezza 



cospargiamo la superficie di strutto morbido (io ho usato a mano per spargerlo)



con le mani tiriamo i bordi dell'impasto fino a renderlo sottile, quasi trasparente




rifiliamo una striscia del lato più lungo e la disponiamo lungo il bordo lungo più lontano da noi (servirà a dare consistenza per arrotolare l'ensaimada)




cominciamo ad arrotolare il bordo con la striscia soprapposta fino a formare uno stretto cilindro





che allunghiamo tirandolo con le mani




e lo arrotoliamo a chiocciola sulla teglia coperta di carta da forno lasciando 2 dita di spazio tra le spire della chiocciola per permettere la lievitazione.
La lievitazione sarà lunga, anche fino a 12 ore, da far fare in luogo al riparo dalle correnti.



Preriscaldiamo il forno a 200° e quando la lievitazione è completa spruzziamo di acqua la superficie delle ensaimadas e le inforniamo abbassando la temperatura a 175° per 15 minuti.




Durante la cottura si sprigionerà un profumino fantastico.
Se non riusciamo a sfornarle di mattina per la colazione basterà conservare le ensaimadas in una scatola di latta e scaldarle un attimo in forno.

La promessa è stata mantenuta, domattina a colazione ensaimadas!!



E anche questa ricetta andrà ad unirsi alle altre raccolte per la Spagna da Francesca nel suo blog "Burro e zucchero".

6 commenti:

Ricette&Vignette ha detto...

Stupende Resy! Veramente fantastiche, hai una manualità pazzesca! anche io le ho preparate, ma ti confesso che non sono riuscita a farle sottili come le tue! mi dovrei attrezzare con un ripiano di marmo e riprovare! grazie infinite per quest'altra ricetta! un bacione!

Aiuolik ha detto...

Ce l'ho fatta! Le ho raccolte tutte e sono qui: http://abcincucina.blogspot.com.es/2013/11/p-come-paella.html!
Grazie per aver partecipato e ora...tutti in Germania!!!
Aiu'

Unknown ha detto...

ciao, volevo chiederti se lo strutto può essere omesso o sostituito :)

resy ha detto...

Ciao Marta, dunque lo strutto non puoi ometterlo perché il grasso serve a far sfogliare l'impasto durante l'ultima lievitazione, puoi provare a sostituirlo con della margarina che non dovrebbe alterare il sapore. A presto!!

Anonimo ha detto...

Per favore, ditemi come e per quanti giorni si può conservare l'ensaimadas di Palma de Majorca. Grazie anticipate.
Federico

resy ha detto...

Federico puoi conservarla in una scatola di latta o in un sacchetto per il freezer, ovviamente per un giorno altrimenti perdono la fragranza. In caso puoi congelarle da crude, praticamente anziché farle lievitare le metti nel congelatore, la sera prima di quando vuoi mangiarle le tiri fuori dal congelatore e le lasci coperte a scongelarsi e lievitare tutta la notte. La mattina in forno e le mangi calde calde appena sfornate!!

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