lunedì 26 febbraio 2024

Gratin de courgettes réunionnais ( La Réunion) - Z di Zucchine


Sono arrivata all'ultima ricetta per questa raccolta di ingredienti che ci ha fatto viaggiare per il mondo alla ricerca di ricette. Come vi ho già detto non è stato sempre facile, seguire l'alfabeto alla ricerca di ingredienti magari fuori stagione o che sono presenti in luoghi molto lontani da noi ci ha fatto sentire dei ricercatori a caccia di tradizioni gastronomiche interessanti e spesso molto diverse dalle nostre. 

Questa volta ho voluto scoprire la cucina de l'Île de La Réunion.

Si trova di fronte al Madagascar nell'Oceano Indiano, fa parte delle isole Mascarene e costituisce sia dipartimento che regione d'oltremare della Francia, anche se geograficamente fa parte del continente africano.

Vi si trova uno dei vulcani più attivi della terra, il Piton de la Fournaise.

La cucina creola risente delle influenze francese, cinese, indiana e malgascia e le spezie (tra cui zenzero, curcuma, coriandolo, cumino, noce moscata, cannella, vaniglia) arricchiscono le pietanze. 

Le protagoniste sono le zucchine, arricchite di spezie e prosciutto cotto e ricoperte da una besciamella con formaggio gruyère francese. 


Ingredienti: (per 4 persone)

  • 4 zucchine medie
  • 1 cipolla
  • 1 spicchio d'aglio
  • 4 cucchiai d'olio evo
  • 1 peperoncino
  • sale e pepe q.b.
  • timo
  • curcuma
  • noce moscata grattugiata al momento
  • 100 gr di prosciutto cotto a dadini
  • 1/2 lt di latte
  • 50 gr di burro
  • 50 gr di farina 00
  • sale q.b.
  • 150 gr di gruyére francese
Per prima cosa fate scaldare la cipolla e l'aglio tritati con il peperoncino in una larga padella con l'olio. 
Aggiungete le zucchine tagliate a rondelle, il prosciutto cotto a dadini, salate, pepate e aromatizzate con noce moscata grattugiata al momento, timo e curcuma secondo i vostri gusti. 
Fate cuocere con il coperchio per circa 15 minuti.



Versate il tutto in una pirofila capiente cercando di eliminare eventuale acqua di vegetazione rilasciata dalle zucchine.

Preparate quindi la besciamella facendo un roux con burro e farina, aggiungete il latte, fate addensare ed aggiustate di sale.

Versate la besciamella a copertura delle zucchine e cospargete con il formaggio grattugiato grossolanamente. 




Ponete in forno a 180 gradi C fino a che non si sia sciolto e colorito il formaggio formando la gratinatura.  


Arrivederci a presto, le nostre scorribande culinarie non finiscono certo qui! 


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mercoledì 21 febbraio 2024

Pàrdulas ( Sardegna - Italia) - Z di Zafferano

 


Come siamo giunti alla Z per questa ennesima avventura il primo ingrediente a cui ho pensato è stato lo zafferano e non ho resistito alla tentazione di utilizzarlo per dei dolci sardi che amo, is pàrdulas. 
Quando ormai 10 anni fa per l'Abbecedario culinario europeo preparai i Kalitsounia scoprii in questo articolo che da questi dolci greci avevano avuto origine le nostre pàrdulas sarde. In Sardegna prendono nomi differenti secondo le località in cui sono preparate: pàrdulas nel campidanese, casadinas nel nuorese, formaggelle o ricottelle nel sassarese.
Sono dei dolci tipici della Pasqua, ma accompagnano anche ricorrenze particolari come i matrimoni. Si tratta di cestini di pasta violata che avvolgono un ripieno di ricotta di pecora aromatizzata con buccia di limone ed arancia e ovviamente zafferano.



Questa spezia, chiamata anche "oro rosso", è ricavata dal crocus sativus ed è costituita dai 3 stimmi che vengono prelevati manualmente da ogni fiore e fatti essiccare. La sua coltivazione è iniziata nelle province greche (Creta) più di 35 secoli fa per poi diffondersi nel Medio Oriente e nel bacino del Mediterraneo. Il colore giallo-oro che dona alle preparazioni in cui è utilizzato è dato dalla presenza di un carotenoide, la crocina, possiede proprietà antiossidanti ed antitumorali. 



Ingredienti: (per circa 20 pàrdulas)

Per la pasta violata

  • 75 gr di semola rimacinata di grano duro
  • 75 gr di farina 00
  • 15 gr di strutto
  • 75 gr di acqua tiepida 
  • un pizzico di sale

Per il ripieno 
  • 500 gr di ricotta di pecora 
  • 120 gr di zucchero semolato
  • 80 gr di semola rimacinata di grano duro
  • 2 tuorli d'uovo
  • buccia grattugiata di 1 limone ed 1 arancia non trattati
  • 1/2 bustina di zafferano
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • un pizzico di sale

Per guarnire
  • albume leggermente battuto
  • zucchero a velo

Iniziate a preparare il ripieno lasciando scolare la ricotta in un setaccio per tutta la notte in frigorifero perché risulti asciutta. 
Quando la ricotta è pronta amalgamatela con tutti gli altri ingredienti e lasciatela nuovamente in frigorifero perché i sapori si armonizzino tra loro. 
Se come me avete lo zafferano in stimmi potete porli per qualche istante in un padellino antiaderente a fiamma bassa, quindi chiusi nella carta da forno schiacciateli con il dorso di un cucchiaio, otterrete così la polvere di zafferano. 

Mentre il ripieno si riposa passate a preparare la pasta violata.
In una ciotola amalgamate le farine con il sale e con lo strutto, quindi aggiungete poca per volta l'acqua che dovrà essere tiepida, potrebbe non essere necessaria tutta quella che è indicata in ricetta, infatti a me ne è avanzata un cucchiaio. Passate quindi l'impasto sulla spianatoia e lavoratelo per 10 minuti fino a farlo diventare liscio e compatto.
Avvolgetelo nella pellicola e fatelo riposare in frigorifero almeno mezz'ora. 

Stendete la pasta con la sfogliatrice aiutandovi con un po' di semola rimacinata fino allo spessore di circa 1 millimetro (penultimo o terzultimo foro della sfogliatrice), con un coppa pasta ritagliate dei cerchi da 8 cm di diametro e ponete al centro di ognuno una pallina di ripieno. Se dovesse essere troppo morbido potete rotolare la pallina di ripieno in un po' di semola rimacinata per potergli dare la forma con le mani. 
Pizzicate  (cinque o sei pizzichi) l'impasto intorno al ripieno per dare la forma classica al cestino  delle pàrdulas. 



Spennellate delicatamente la superficie del ripieno con albume leggermente battuto.

Ponetele su una teglia foderata di carta da forno e fate cuocere in forno statico preriscaldato per 30 minuti a 180 gradi C fino a che non sono belle dorate. 

Al momento di servirle spolverizzatele di zucchero a velo.


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martedì 20 febbraio 2024

Mardi Gras King cake ( New Orleans - USA) - Z di Zucchero



Questa torta che ho voluto realizzare è tradizionalmente preparata a New Orleans (Louisiana) e in alcune zone della Costa del Golfo colonizzate dai francesi. È usata per festeggiare il periodo che va dall'Epifania al martedì grasso che conclude il Carnevale prima dell'inizio della Quaresima, anche se ora si può trovare tutto l'anno. 

La tradizione di questa torta potrebbe essere stata portata dai francesi nel 1870 (che hanno la loro gallette des rois) o dai baschi nel 1718 (che hanno il bolo-rei).

Anche in questa torta viene inserito un bambino di plastica che rappresenta Gesù Bambino e chi lo troverà avrà fortuna o riceverà un premio. 


Personalmente non l'ho inserito prima della cottura, far cuocere qualcosa di plastica non mi piace. Preferisco avvolgerlo nell'alluminio ed inserirlo nella torta dal fondo.

Ci sono varie versioni di questa torta, la forma è sempre quella di una grande ciambella mentre può variare il ripieno. Nella ricetta più classica che io ho realizzato è composto da una crema di burro, zucchero di canna e cannella, la decorazione esterna invece è costituita da una glassa di zucchero a velo su cui si fa cadere dello zucchero semolato colorato di viola  che rappresenta la giustizia, di oro che rappresenta il potere e di verde che rappresenta la fede. 

La ricetta che ho seguito è perfetta, bisogna solo fare molta attenzione nel sigillare la chiusura della pasta sia nel punto in cui si chiude l'anello sia lungo il bordo del rotolo per evitare che durante la cottura possa fuoriuscire un po' di ripieno.

Il ripieno può prevedere anche delle noci pecan tritate che io però non ho trovato e quindi ho omesso, realizzando un semplice ripieno alla cannella. 


L'ingrediente con la lettera Z che mi ha fatto scegliere questa torta è naturalmente lo zucchero muscovado.

È  un tipo di zucchero di canna dal colore scuro non raffinato o raffinato solo in parte a cui viene aggiunta una percentuale di melassa che gli dona il suo caratteristico sapore che ricorda la liquirizia.

Ingredienti:


Per l'impasto 

  • 7 gr di lievito di birra disidratato
  • 60 ml di acqua tiepida 
  • 1 tsp (cucchiaino americano) di zucchero semolato (per attivare il lievito)
  • 480 gr di farina 00
  • 50 gr di zucchero semolato
  • 240 ml di latte tiepido
  • 1 tsp di sale (io ne ho usato un pizzico)
  • 2 uova grandi a temperatura ambiente
  • 85 gr di burro ammorbidito 
  • 1/2 tsp di noce moscata grattugiata (che ho trovato in altre ricette)
Per il ripieno
  • 220 gr di zucchero di canna muscovado
  • 1 tbsp (cucchiaio americano) di cannella in polvere
  • 113 gr di burro fuso 
  • 55 gr di noci pecan (io non le ho usate) 
Per guarnire 
  • 120 gr di zucchero a velo 
  • 2 tbsp di latte 
  • 1/2 tsp di vaniglia 
  • zucchero semolato colorato di viola, oro e verde 
Attivate il lievito di birra disidratato mescolandolo in una tazza con l'acqua tiepida ed il cucchiaino di zucchero. Fatelo riposare 10 minuti fino a che formerà una schiuma. 

Versatelo nella ciotola della planetaria, aggiungete tutti gli altri ingredienti e fate amalgamare con la foglia fino ad ottenere un impasto omogeneo ed appiccicoso.

Versate l'impasto sul piano di lavoro ben infarinato, lavorarlo con le mani ed ulteriore farina fino a che pur essendo morbido non sarà più tanto appiccicoso. Formate una palla e ponetelo in un recipiente cosparso di burro, chiudete il recipiente con pellicola e fatelo lievitare in luogo tiepido fino al raddoppio ,( circa 1 ora). 

Nel frattempo in una ciotola preparate il ripieno mescolando lo zucchero muscovado con il latte, la cannella e se volete le noci pecan sminuzzate.

Quando l'impasto sarà raddoppiato sgonfiatelo e su carta da forno infarinata stendete con un mattarello ottenendo un rettangolo di 25 cm per 50 cm. 

Spalmateci sopra il ripieno lasciando almeno 2 cm di bordo libero, arrotolate l'impasto con il ripieno chiudendo bene con le dita sia i due capi del rotolo che tutto il lato lungo perché non fuoriesca il ripieno durante la cottura. 



Sigillate le due estremità formando una ciambella. 



Con l'aiuto della carta da forno posizionate la ciambella sulla teglia e coprendola con la pellicola fate nuovamente lievitare nel forno con la sola luce accesa fino al raddoppio del volume (circa 1 ora).

Quando è raddoppiata toglietela dal forno e schizzatene la superficie con un pochino di acqua. Accendete il forno a 180 gradi C e fate cuocere la torta per 25-35 minuti, coprendolo con carta da forno dopo i primi 20 minuti se si dovesse colorire troppo. 

Una volta cotta lasciatela raffreddare su una gratella. Quando sarà fredda cospargetela con una glassa realizzata mescolando zucchero a velo, latte e vaniglia. Subito dopo versare lo zucchero semolato colorato sopra la glassatura formando degli spicchi alternando viola, oro e verde. 

Per colorare lo zucchero semolato potete usare dei colori alimentari, meglio se in polvere. 


È deliziosa, piacerà a grandi e piccoli, se volete inserire il bambino avvolgetelo nella carta di alluminio ed inseritelo da un foro praticato nella parte sottostante. 

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lunedì 19 febbraio 2024

Barbagiuan alla zucca (Principato di Monaco) - Z di zucca

 


Prima che la stagione invernale finisca, anche se quest'anno un vero inverno non lo abbiamo certo avuto, possiamo ancora gustarci delle ottime zucche ricche di molte proprietà. 

Ho deciso di cucinare una zucca Butternut dalla tipica forma allungata a pera, la buccia tendente al beige, liscia e sottile. Originaria del Sudamerica e dell'Australia ora viene coltivata anche in Italia ed in Europa. Ha un sapore dolce dal retrogusto di nocciola e come le altre zucche è ricca di sali minerali e vitamine, in particolare la A, betacarotene e C, indispensabili per il sistema immunitario, la vista e la pelle. Combatte l'invecchiamento cellulare con gli antiossidanti e con le sue fibre aiuta la funzione intestinale. 


Con questo splendido ortaggio ho voluto realizzare una ricetta tipica del Principato di Monaco, un raviolo fritto ripieno di zucca nella versione invernale o di bietole o spinaci in quella estiva e fritto. La tradizione del barbagiuan (o barbajuan in ligure, che in dialetto vuol dire "zio Giovanni") va da Cannes a Sanremo, con le tipiche caratterizzazioni che cambiano anche da famiglia a famiglia. Nel Principato dove i monegaschi lo amano viene servito per l'aperitivo anche nei ricevimenti più esclusivi, specialmente nella versione più piccola da mangiare in un boccone, come antipasto ma anche come piatto vero e proprio. È una cosiddetta ricetta della nonna che permetteva anche il riutilizzo degli avanzi e possono contenere oltre le verdure anche riso o ricotta e nella versione con spinaci o bietole anche affettati (come prosciutto, bresaola, pancetta) oltre ad erbe aromatiche. 



Ingredienti: ( per 4 persone)


Per la pasta matta

  • 200 gr di farina 00
  • 2 cucchiai di olio evo
  • 85 ml di acqua
  • una punta di lievito istantaneo per torte salate 
  • un pizzico di sale 


Per il ripieno
  • 300 gr di zucca Butternut
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1 porro
  • mezza tazza di riso
  • 2 cucchiai di parmigiano grattugiato
  • 1 uovo
  • 2 chiodi di garofano
  • prezzemolo e maggiorana
  • sale e pepe qb
Per prima cosa tagliate la zucca Butternut dove inizia il rigonfiamento. Dividete ogni metà in 2, togliete i semi scavando delicatamente con un cucchiaio. Con un pelapatate togliete la buccia e tagliate a dadi la zucca, cuocendola in acqua bollente salata e profumata con 2 chiodi di garofano fino a che non è tenera.
Scolatela e fatela raffreddare.

Fate soffriggere il porro in poco olio evo, aggiungete il riso, tostatelo e quindi portatelo a cottura con del brodo vegetale.

Schiacciate la zucca con una forchetta, aggiungete il riso, l'uovo, il parmigiano, l'aglio schiacciato e prezzemolo e maggiorana. Aggiustate di sale e pepe. 



Preparate ora la pasta sulla spianatoia fino ad ottenere un impasto compatto ed omogeneo. Avvolta in pellicola fatela riposare in frigorifero almeno mezz'ora.



Dopo il riposo tiratela con la nonna papera fino al penultimo scatto, ricavate dei dischi con un coppa pasta o volendo potete anche tagliare dei semplici ravioli con una rotella. Ponete un cucchiaio di ripieno su ogni tondo di pasta a cui avrete inumidito il bordo, chiudete la pasta a mezzaluna e sigillate il bordo con i rebbi di una forchetta. 



Friggete i barbagiuan in olio caldo e profondo per pochi minuti fino a doratura. Scolateli su carta assorbente ( ma vedrete che non avranno assorbito affatto l'olio) e mangiateli caldi. 
Se vi dovessero avanzare conservateli in frigorifero e prima di servirli  scaldateli in forno, torneranno come appena fritti! 


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domenica 18 febbraio 2024

Pain d'épice alsacien - Pan di zenzero (Francia) - Z di Zenzero


Siamo giunti all'ultima lettera dell'alfabeto degli ingredienti. Questo viaggio iniziato a gennaio 2023 ci ha portati alla ricerca di ricette italiane e del resto del mondo. Non sempre è stato facile trovare determinati ingredienti magari fuori stagione o addirittura conosciuti solo in paesi lontani. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio, anche se consapevoli che con 3 settimane per lettera non era facile riuscire a pubblicare tutte le ricette che avevamo scovato. Alcune lettere poi ci hanno dato del filo da torcere, pochissimi gli ingredienti a disposizione, benché si cercasse nelle lingue più conosciute. 

Come al solito da questo lungo viaggio ritorno con un bagaglio pieno di conoscenza, di sperimentazione e di condivisione. È stato bello come sempre affrontare questa avventura con le mie amiche di blog, ci siamo confrontate e questo ci ha arricchite. Molti paesi non siamo riuscite a raggiungerli, spesso perché gli ingredienti più usati in quei paesi erano già stati utilizzati per altre cucine, ma forse Aiú ci offrirà una nuova possibilità, chissà!?

Per ora torno all'ultima lettera dell'alfabeto, in attesa di notizie.


Il primo ingrediente con la Z che voglio utilizzare è lo zenzero.Quello che comunemente viene utilizzato della pianta dello zenzero (zingiber officinale) è il suo rizoma, un rigonfiamento del fusto che funziona come riserva degli elementi indispensabili alla sopravvivenza della pianta. Probabilmente questa pianta perenne è originaria della Cina meridionale, attualmente però è coltivata in tutte le zone tropicali del mondo.

Il sapore pungente dello zenzero è dato dalle sostanze che ne determinano le proprietà fitoterapiche che lo rendono efficace contro la cattiva digestione, il vomito e la nausea (specialmente provocati da mal di mare), diarrea, colon irritabile, ma anche tosse e raffreddore. Ha anche un'azione antinfiammatoria.

Lo possiamo consumare fresco, disidratato in polvere o a pezzetti e candito. 

Con lo zenzero ho voluto realizzare una ricetta vegana di pain d'épice dell'Alsazia, tradotto pan di zenzero. 

La storia del Pan di zenzero viene da lontano, già gli egizi facevano un pane con erbe e spezie che poi veniva ricoperto di miele. I greci avevano un pane a base di farina, sesamo e ricoperto di miele, la "melitounta", i romani invece il "panis mellitus" fritto e condito con miele. 

L'attuale pan di zenzero però è più simile ad un pane al miele arricchito con piante aromatiche e spezie (chiamato mi-Kong) che nasce nel X secolo in Cina come razione per i soldati . Le stesse truppe di Gengis Khan lo fecero conoscere agli arabi e durante le crociate nel XII e XIII secolo lo conobbero gli europei che ne riportarono la ricetta nei loro paesi. Attraverso i monaci cistercensi si diffuse poi in tutta Europa con piccole varianti specialmente nelle spezie utilizzate (nel 1453 comparve in Alsazia).

Ho trovato questa ricetta che non chiamerei vegana perché il miele non lo è, ma non ha zuccheri raffinati né grassi e latte ed ho voluto provarla. 


                     

Ingredienti:

  • 400 gr di farina 00
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 1 cucchiaio di mix 4 spezie (in genere cannella, zenzero, noce moscata, chiodi di garofano) 
  • 2 cucchiaini di cannella in polvere
  • 1 cucchiaino di zenzero in polvere
  • 1 cucchiaino di noce moscata (io preferisco grattugiarla al momento)
  • 1 cucchiaino di anice stellato tritato
  • 4 chiodi di garofano pestati
  • 175 ml di miele (io ho usato il millefiori)
  • 300 gr di acqua 
La preparazione è veramente molto semplice. 
In un pentolino fate sciogliere il miele nell'acqua a fuoco basso, lasciate raffreddare.
In una ciotola mischiate la farina con il bicarbonato e tutte le spezie, a cui io ho aggiunto anche una macinata di pepe.
Versate l'acqua e miele nelle polveri e con la frusta a mano fate ben amalgamare.
Trasferite il composto in uno stampo da plumcake foderato di carta da forno e lasciatelo riposare a temperatura ambiente per 4 ore come dice quest'altra ricetta. Con il riposo il bicarbonato di sodio reagirà con gli acidi del miele aiutando la lievitazione e donando il colore ed il sapore caratteristici.

Dopo il riposo fate cuocere in forno preriscaldato a 165° C per 40 minuti, abbassate la temperatura del forno a 145° C e fate cuocere altri 10 minuti. 
Con la prova stecchino questo dovrà uscire leggermente umido. 
Spennellate quindi il vostro Pan di zenzero con il miele ben sciolto, io ho guarnito anche con zenzero e scorzette di arancia canditi. Fatelo riposare almeno un giorno prima di gustarlo così gli aromi ed i sapori si amalgameranno.

Posso dirvi che è piaciuto molto, dolce al punto giusto, anche perché accompagnandolo ad una tazza di tè se volete arricchirne una fetta con un po' di marmellata di arance è delizioso. Anche le mie arance candite che avevo preparato con arance non trattate che mi hanno regalato gli hanno dato un tocco in più insieme allo zenzero candito.


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lunedì 12 febbraio 2024

Flan de leche dominicano (Repubblica Dominicana) - V di Vaniglia




Le bacche di vaniglia, tanto preziose specialmente in pasticceria, sono i frutti di tre varietà di piante di orchidee che crescono solo nei paesi tropicali. Le prime piante di vaniglia sono state scoperte in Messico, ma attualmente l'80 per cento della raccolta della vaniglia avviene in Madagascar. La coltivazione di queste orchidee richiede molto lavoro, dall'impollinazione (fatta manualmente da esperti poiché le api capaci di impollinarle sarebbero insufficienti), alla raccolta ed alla trasformazione. Questa consiste in un bagno di 3 minuti in acqua calda a 60-70 gradi, seguita dalla fermentazione per 48 ore avvolte in coperte di lana ed alla essiccatura su stuoie per 2- 3 ore al giorno al sole che non deve essere troppo forte, poi avvolte in coperte, questo per 6 settimane. Segue quindi una essiccatura all'aria su stuoie, vengono quindi suddivise in mazzetti secondo la qualità e la lunghezza. Così vengono lasciate per 2 mesi in cassette di legno rivestite di pergamena cerata. Alla fine di tutto il processo da 6 kg di bacche verdi si ricaverà 1 kg di bacche di vaniglia profumatissime. 



Anche nell'Arcipelago delle Grandi Antille crescono le orchidee della vaniglia, così ho cercato ricette della Repubblica Dominicana che occupa per due terzi l'isola di Hispaniola (il resto dell'isola è territorio della Repubblica di Haiti). 

La cucina creola dominicana è un mix tra la cucina indigena dei Tainos, quella della Spagna (di cui fu colonia) ed africana. Il flan de leche che ho voluto realizzare è di chiara ispirazione spagnola, tuorli d'uova, latte evaporato e condensato, vaniglia e caramello per ottenere un dolce al cucchiaio molto amato nella Repubblica Dominicana tanto da essere il dolce delle grandi occasioni, come compleanni e matrimoni, ma anche per Natale.





Ingredienti:

Per il flan 

  • 4 tuorli d'uova grandi
  • 400 gr di latte condensato
  • 340 gr di latte evaporato
  • semi di una bacca di vaniglia
Per il caramello
  • 200 gr di zucchero semolato
  • 2 cucchiai d'acqua
Se non riuscite a trovare il latte evaporato potete realizzarlo voi portando ad ebollizione 1 litro di latte intero in una pentola d'acciaio, abbassate la fiamma e fate sobbollire fino a che il latte non sarà dimezzato. Passatelo in un colino ed utilizzatene quanto richiesto nella ricetta una volta freddo.

Preparate il caramello a fiamma dolce e stando attenti a non farlo bruciare perché diventerebbe amaro. Versatelo nello stampo che servirà per il flan rivestendoci anche le pareti.

In una ciotola amalgamate con la frusta a mano i tuorli con il latte condensato, quello evaporato e i semi della bacca di vaniglia. Passate il composto al colino versandolo nello stampo già rivestito di caramello.

Ponete lo stampo in una teglia più grande con acqua calda che raggiunga la metà dello stampo. Fate cuocere in forno a 180 gradi C per circa 1 ora, controllando che uno stuzzicadenti ne esca asciutto. 
Fatelo raffreddare e riposare in frigorifero per almeno 2 ore, capovolgete lo stampo su un piatto e servite. 


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venerdì 2 febbraio 2024

Strudel di visciole e formaggio (Crozia) - V di Visciole


Siamo giunti ormai alla V per il viaggio intrapreso poco più di un anno fa tra gli ingredienti nel mondo. Mi sono subito venute in mente le visciole  che a Roma danno vita ad una torta ebraica-romana arricchita con ricotta che da Boccione nel Ghetto ebraico è famosissima. La ricetta di questo dolce romano l'avevo già postata anni fa e quindi non potevo riproporla, ma  ho ricordato una versione dello strudel croato in cui il ripieno è fatto di visciole, sole o con uno strato di formaggio spalmabile o ricotta, proprio come nella torta romana, e quindi savijača štrudla sa visnjama i krem sirom, ovvero "strudel con visciole e crema di formaggio".


Le visciole sono il frutto del Prunis cerasus, sono molto simili a ciliegie ed amarene, ma il loro sapore dolce ha un retrogusto acidulo ed aspro. Le visciole sono ricche di melatonina, efficace per combattere l'insonnia, beta carotene e vitamina C.

Nelle campagne della Croazia si coltivano molti frutteti e famosi sono quelli di visciole; le utilizzano anche per aromatizzare la grappa Višjevac, mentre con la varietà marasca sono alla base della produzione del liquore "maraschino". 

Jaškovo nella Contea di Karlovac (Croazia) il primo fine settimana di settembre si tiene lo Štrudlafest, il festival dello strudel in cui potrete assaggiare lo strudel preparato con tutti i ripieni possibili  direttamente dalle decine di bancarelle.

Lo strudel è un dolce  presente in tutti i territori che facevano parte dell'Impero Austro-ungarico ed il suo ripieno può variare anche nella versione dolce. La più conosciuta con le mele l'ho già spiegata nella mia ricetta dell'Apfelstrudel di mia zia Lina. Sostanzialmente si tratta di un rotolo che può essere di pasta tirata fatta in casa (seguendo il mio post dell'Apfelstrudel) o di più strati di pasta fillo che potrete acquistare o fare in casa seguendo quest'altro mio post (la pasta fillo fatta in casa è un po' più spessa). Se volete potete anche utilizzare pasta sfoglia acquistata in formato rettangolare. 

Per questo strudel nel ripieno oltre le visciole è utilizzato del formaggio spalmabile, ma potete anche sostituirlo con della ricotta. 



Ingredienti: 

  • 8 fogli di pasta fillo
  • 200 gr di formaggio spalmabile o ricotta
  • 3-4 cucchiai di zucchero semolato
  • 1 tuorlo d'uovo
  • 1 cucchiaio di panna acida
  • 1/2 cucchiaino di essenza di vaniglia
  • 120 gr di visciole sciroppate denocciolate sgocciolate e asciugate
  • 2 cucchiai di pangrattato 
  • 100 gr di burro fuso
  • Zucchero a velo da spolverizzare sullo strudel
Per prima cosa disponete i fogli di pasta fillo uno sopra l'altro spennellando il burro fuso freddo sulla faccia superiore di ogni foglio. Se utilizzate la pasta tirata o la pasta sfoglia spennellate di burro solo la faccia superiore della pasta. Cospargete l'ultimo strato con il pangrattato. 
In una ciotola unite il formaggio spalmabile con lo zucchero, l'essenza di vaniglia, il cucchiaio di panna acida ed il tuorlo d'uovo. 
Disponete metà di questo composto sulla parte finale della pasta lasciando 3 cm di pasta libera ai due lati. Disponete ora le visciole ben asciugate dal loro sciroppo e l'altra metà di composto di formaggio. 



Ripiegate verso l'interno i due lembi laterali e quindi avvolgete lo strudel. 
Spennellate con il burro la superficie dello strudel. 




Disponete lo strudel con la carta da forno su una teglia e fatelo cuocere a forno preriscaldato a 200 gradi C per 20 minuti, quindi abbassate la temperatura a 190 gradi C e fatelo cuocere altri 10 minuti. 

Cospargete la superficie con zucchero a velo una volta freddo.

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