lunedì 20 giugno 2016

I giglietti di Palestrina ...perché le cose semplici spesso sono anche le più difficili !


In una città come Roma, dove di "veri romani de 7 generazioni" ce ne sono rimasti veramente pochi e dove la presenza di cittadini provenienti da svariate parti del mondo è sempre maggiore, luoghi che vendono prodotti tipicamente romani o laziali sono sempre meno.
Ma basta allontanarsi di pochi chilometri dalla periferia della città per trovare paesi dove le tradizioni culinarie sono ancora profondamente radicate.
Materie prime a chilometro zero dai sapori caratteristici, mani sapienti di anziane che continuano a trasmettere il loro sapere alle nuove generazioni, la ritualità con cui si preparano le pietanze ed i dolci della domenica e delle feste, tutto ciò ha fatto in modo che i prodotti tipici della tradizione continuino ad essere apprezzati e non solo a livello locale.
Questi biscotti, che ho provato a rifare, sono un prodotto tipico di Palestrina, l'antica Præneste che ha dato il nome alla via Prenestina. 
La storia del "giglietto di Palestrina" è strettamente legata a quella della famiglia nobile dei Barberini, proprio quelli dell'omonima piazza di Roma con la stupenda fontana del Tritone e la più piccola ma altrettanto importante (anche se ormai è solo una copia) fontana delle api all'angolo con via Veneto.
Nel 1644 dopo la morte di Papa Urbano VIII Barberini, la sua famiglia venne accusata di avere male amministrato le finanze dello Stato pontificio e fu costretta a rifugiarsi in Francia, ospite della corte di Luigi XVI. Qui i cuochi e pasticceri dei Barberini conobbero quel biscotto fatto con uova, farina, zucchero e scorza di limone a forma di giglio, simbolo dei Borbone. Quando finalmente i Barberini poterono tornare a Palestrina, acquistata da papa Urbano VIII dai Colonna per farne la sede della famiglia, i loro pasticceri tentarono di riprodurre il biscotto francese ma a forma di ape, simbolo dei Barberini. Questa forma però non ebbe successo e quindi ripresero a dargli la forma del giglio.
Da allora questi biscotti hanno continuato ad essere confezionati presso il convento delle Clarisse di Palestrina, fino a che la loro ricetta segreta non è giunta nei panifici e biscottifici della zona che ancora continuano a produrli.
Dal 2014 il "giglietto di Palestrina e Castel San Pietro" ( il paese dove girarono il film "Pane amore e fantasia") è presidio Slow Food.

Visto gli ingredienti semplici con cui sono fatti penserete che non ci voglia nulla a prepararli...beh la sapienza è tutta nel lavorare questo impasto morbido di uova, zucchero, farina e scorza di limone dandogli la tipica forma a giglio. 
Io ne ho fatte diverse teglie ma quella forma perfetta che le gigliettare di Palestrina e Castel San Pietro sanno ricavare non sono riuscita a dargliela, il sapore però è buonissimo.




Ingredienti:
  • 5 uova intere (che dovrebbero pesare circa 330 gr)
  • 333 gr di zucchero semolato
  • 333 gr di farina di grano tenero tipo 1 macinata a pietra
  • la scorza grattugiata di 1 limone non trattato 
  • un pizzico di sale
La ricetta originale parla di 1 libbra inglese (pari a 333 gr) per ciascuno dei 3 ingredienti principali per ottenere circa 1 chilogrammo di giglietti.

Dovete innanzitutto montate le uova intere con lo zucchero ed il pizzico di sale nella planetaria o con le fruste elettriche per almeno 20 minuti fino ad ottenere un composto gonfio e che scriva.


Con la frusta a mano delicatamente dal basso verso l'alto unite ora la scorza grattugiata del limone (io ho utilizzato la scorza di 2 limoni) e la farina setacciata.



Quando il composto è pronto versatene un cucchiaio per volta sul piano di lavoro dove avrete precedentemente formato una montagnola con altra farina.

L'impasto risulterà molto morbido, quindi delicatamente con le mani ben infarinate formatene un cilindro di circa 1 cm di diametro avvolgendolo nella farina e dividetelo in 3 parti che disporrete sulla teglia foderata di carta da forno.

Unite la base dei 3 cilindretti piegando le punte per dare la tipica forma del giglio. 
Questa è la fase più difficile che invece guardando i video dove le gigliettare li realizzano sembra di una facilità estrema.



Lasciate riposare alcuni minuti i giglietti in teglia prima di infornarli a 180°C per 10-15 minuti in forno preriscaldato.
Una volta freddi spolverateli con zucchero a velo.


Ricordano i savoiardi e sono perfetti per inzupparli, decidete voi se in un bicchiere di latte, una tazza di caffè o del buon vino rosso. 
Sembra che siano perfetti anche per confezionare il tiramisù!! =^-^=

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