giovedì 30 novembre 2023

Spinatspätzle (Germania) - S di Spinaci


S di Spinaci e per cercare una ricetta che li esaltasse sono andata in Germania. Degli spätzle, di come li ho conosciuti e di come sono venuta in possesso dell'attrezzo per farli vi avevo già raccontato in 
questo post di 10 anni fa.  Questa versione degli spätzle ( che in tedesco significa passerotto) ha nell'impasto gli spinaci e vi assicuro che sono deliziosi. 

Gli spinaci sono ricchi di vitamine e sali minerali. Hanno proprietà antitumorali, contrastano l'invecchiamento grazie agli antiossidanti, controllano la pressione arteriosa con gli amminoacidi, sono ricchi di ferro che può essere assorbito accompagnandone l'assunzione con il limone (grazie alla vitamina C) e per questo combattono l'anemia. 


Ingredienti: (per 4 persone)

Per gli spätzle

  • 400 gr di farina 00
  • 2 uova intere
  • 250 gr di spinaci freschi
  • 250 ml di acqua
  • Un pizzico di sale
  • Un abbondante grattugiata di noce moscata
Per il condimento 
  • 400 gr di funghi
  • 2 cipolle piccole
  • 150 gr di prosciutto cotto
  • 250 gr di panna da cucina ( o crème fraîche)
  • 50 gr di burro
  • 100 gr di groviera grattugiato
  • Sale q.b.
  • Pepe appena macinato q.b.

Per prima cosa lessate gli spinaci in abbondante acqua salata. 
Scolateli (tenendo da parte l'acqua per cuocere gli spätzle) e strizzateli con le mani per eliminare tutta l'acqua.
Passateli nel tritatutto una volta freddi insieme alle uova. Versate questo composto in una ciotola, aggiungete la farina, il sale, la noce moscata appena grattugiata e l'acqua, mescolando bene con un cucchiaio di legno per eliminare tutti i grumi.


R
imettete la pentola in cui avete cotto gli spinaci sul fuoco e quando giunge a bollore con l'attrezzo per formare gli spätzle (chiamato spätzlehobel) fate cadere l'impasto nell'acqua in più riprese. Non appena tornano a galla prelevate gli spätzle con la schiumarola e poneteli in una ciotola. 



Preparate ora il condimento. In una padella capiente fate sciogliere il burro, fateci imbiondire le cipolle tritate e poi aggiungete i funghi affettati. Regolate di sale e pepe, aggiungete dopo alcuni minuti il prosciutto cotto tagliato a listarelle, la panna e versarvi quindi gli spätzle. Cospargete di formaggio e girateli delicatamente fino a che fonde aggiungendo all'occorrenza qualche cucchiaio di acqua di cottura degli spätzle. Servite ben caldi. 



Qui li ho fotografati prima di fare sciogliere il formaggio, ma il tutto dovrà essere filante. 


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martedì 28 novembre 2023

Sedani ripieni alla pratese (Toscana- Italia) - S di Sedano



Restiamo in Toscana e più precisamente a Prato per una ricetta che per tradizione è preparata per la festa della Madonna della Fiera l'8 settembre, giorno in cui fin dal XIV secolo avviene l'ostensione della Sacra Cintola della Madonna. Per agevolare l'ostensione,(che avviene 5 volte l'anno) fu costruito tra il 1428 ed il 1438 il magnifico pulpito esterno del Duomo di Prato ad opera di Donatello e Michelozzo. 
La Fiera di Prato si svolge nella Piazza Mercatale fin dal 1200, citata anche ne "la Mandragola" del Machiavelli. È una piazza a me cara, dove  uno dei palazzi con i loggiati era della famiglia del mio babbo.



Tornando alla ricetta si tratta dei sedani ripieni alla pratese, un piatto di chiara origine contadina in cui il protagonista principale è proprio il sedano, di cui utilizzano anche le foglie per farne delle polpette. 
Non è tra le ricette toscane più conosciute, ma rappresenta molto il territorio, se ne parla in ricettari del Medioevo e compaiono in alcuni dipinti del XVII secolo. 
Il 28 ottobre 2022 c'è stata l'edizione 0 del "sedano alla pratese day", un'iniziativa che proseguirà negli anni e che vuole valorizzare questo piatto da parte dei ristoratori mettendo nel proprio menù questa particolare ricetta. 

Non esiste un disciplinare che codifichi la ricetta, proprio perchè  il popolo utilizzava quello che aveva a disposizione per il ripieno, anche lesso o avanzi di spezzatino in umido, valeva la regola del "non si butta via niente". Mi sono letta tutte le ricette che ho trovato in rete e c'è chi nel ripieno usa anche la mortadella di Prato, chi invece la mortadella Bologna, chi lo arricchisce con prezzemolo e chi con foglie di sedano, chi passa i sedani ripieni nella farina e nell'uovo prima di friggerli, chi anche nel pangrattato. Non può mancare una generosa grattugiata di noce moscata. Il sugo normalmente è un ragù di carne a vostra scelta un po' liquido, ma alcuni usano anche un sugo semplice di pomodoro, aglio e basilico, scegliete voi. 




Ingredienti: 
  • 16 pezzi di coste di sedano da 5-6 cm di lunghezza
  • 150 gr di carne tritata di manzo
  • 150 gr di carne tritata di maiale 
  • 100 gr di mortadella Bologna
  • 50 gr di fegatini di pollo 
  • 60 gr di parmigiano grattugiato
  • spicchio d'aglio schiacciato nello spremiaglio
  • 1 ciuffo di prezzemolo tritato finemente
  • 1 uovo
  • Pepe
  • Un pizzico di sale
  • Noce moscata grattugiata al momento
Per la panatura
  • 2 uova
  • 2-3 cucchiai di farina
  • 1 cucchiaio di olio
  • Un pizzico di sale
  • Pangrattato
Per ripassare in forno i sedani ripieni
  • Ragù di carne che fate normalmente secondo le vostre abitudini

Per prima cosa togliete i filamenti al sedano e fatelo cuocere in acqua bollente salata per circa 10 minuti. Mettetelo a scolare e lasciatelo in frigo tutta la notte.
Il giorno dopo preparate il ripieno con i due tipi di carne, la mortadella ed i fegatini tritati in una ciotola, amalgamerete con l'uovo, il prezzemolo tritato, l'aglio schiacciato, sale e pepe, noce moscata grattugiata al momento e parmigiano grattugiato. 

Tamponate le coste di sedano con un canovaccio, riempitele con il ripieno accoppiandone due alla volta tipo hot dog. 

In una ciotola battete le 2 uova con un pizzico di sale, la farina e l'olio mescolando con una frusta a mano fino ad ottenere una pastella densa. 


Passate ogni sedano ripieno nella pastella e poi nel pangrattato. 



Lasciateli riposare alcuni minuti in frigo perché si compattino.



Friggeteli in olio di arachidi per 10 minuti a fuoco medio girandoli delicatamente. 

Lasciateli scolare su carta assorbente.

In una pirofila da forno disponete i sedani e copriteli con il ragù di carne che avrete già preparato non troppo denso. 

Passate in forno per 15 minuti a 170 gradi C. 


Quando non è più stagione di zucchine potete fare i vostri sedani ripieni che possono sostituirle egregiamente. 

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mercoledì 22 novembre 2023

Pan di ramerino (Toscana - Italia) - R di Rosmarino


Questa volta torniamo in Italia per la ricetta che ha come protagonista principale il rosmarino. In Toscana il rosmarino viene chiamato "ramerino" ed il pan di ramerino, in particolare nelle province di Firenze e Prato (la città delle mie origini paterne) è uno dei pandolci toscani che fin dal Medioevo si preparavano durante la Quaresima e benedetto in Chiesa il giovedì santo, oggi invece si può trovare tutto l'anno


Gli ingredienti sono semplici, ma carichi di significato: il grano rappresenta la comunione, l'uva rappresenta la vita, la croce che si pratica sul pane oltre ad aiutare la lievitazione ne fa quasi un pane devozionale. Il rosmarino, oltre ad essere spontaneamente presente in tutta l'area mediterranea in particolare nelle zone litoranee, era considerato una pianta dalle virtù magiche e terapeutiche.

Il suo nome deriva dal latino Rosae Maris che significa Rosa del mare o Rugiada marina.

Il nostro rosmarino, con il clima pazzerello di questo inizio di autunno con temperature da fine estate, ha deciso che era il momento di fiorire e così il mio ramerino in fiore ha aromatizzato i miei pandolci.

L'olio nuovo extra vergine di oliva che abbiamo comprato è degli ulivi al confine tra Toscana ed Umbria ed è quello che si dice "olio buono", quindi con questi ingredienti e con un po' di uva passa ho iniziato la preparazione di questo Pan di ramerino, tanto amato dal mio babbo, seguendo questa ricetta che mi è sembrata ottima.



Ingredienti: (per 10 panini)

Per il poolish

  • 100 gr di farina 0
  • 100 gr di acqua appena tiepida
  • 6 gr di lievito di birra fresco ( o 3 gr di lievito di birra secco)
  • 1 cucchiaino di zucchero di canna
Per l'impasto
  • Il poolish lievitato ottenuto con gli ingredienti sopra indicati
  • 400 gr di farina 0
  • 50 gr di zucchero di canna
  • 150 gr di acqua a temperatura ambiente
  • 10 gr di sale fino
  • 90 gr di olio evo
  • 5 gr di aghi di rosmarino
  • 150 gr di uvetta

Per spennellare i panini 
  • 1 uovo battuto per spennellarli prima della cottura
  • 75 gr di zucchero sciolti in 75 gr di acqua per lucidarli una volta cotti
Per prima cosa iniziate a preparare il poolish mescolando in una ciotola il lievito, l'acqua, lo zucchero e la farina. Lasciatelo riposare chiuso con pellicola fino al raddoppio nel forno con la luce accesa.


Ora in una ciotola mettere l'uva passa a reidratarsi con 200 gr di acqua e se lo avete 50 gr di vin santo. Tenetela da parte fino a quando deve essere utilizzata.

Prendete ora gli aghi di rosmarino, lavateli, asciugateli e tritateli con un coltello. Metteteli in un pentolino con l'olio evo che farete scaldare su fiamma bassa fino a che fa delle bollicine. Versatelo in una ciotola e lasciatelo raffreddare. 


Quando il poolish è raddoppiato lo versate nella ciotola dell'impastatrice o se non l'avete in una ciotola capiente. Aggiungete lo zucchero, l'acqua e mescolate bene. Aggiungete quindi la farina setacciata ed il sale, impastate bene con l'impastatrice o a mano fino a che il composto non si è ben compattato. A questo punto versateci l'olio aromatizzato passandolo al setaccio se non volete aggiungere anche il rosmarino. Continuate ad impastare fino a quando l'olio è stato tutto assorbito. 
Prendete ora l'uvetta, strizzatela bene dal liquido in cui era in ammollo, asciugatela con un foglio assorbente e cospargetela sull'impasto che avrete allargato sulla spianatoia. Lavorate l'impasto con le mani fino a far inglobare bene l'uvetta. Formate un panetto, mettetelo in una ciotola chiusa con pellicola e fatelo arrivare al raddoppio nel forno con la luce accesa.



Quando l'impasto è raddoppiato versatelo sulla spianatoia infarinata, formate un filoncino e dividetelo con il tarocco in 10 parti. Lavorate ogni porzione ricavandone una pallina da pirlare sulla spianatoia. Ponete le palline su una teglia coperta di carta forno, spennellatele con olio evo, coprite con pellicola e fatele raddoppiare di volume. 



Una volta raddoppiate con il tarocco praticate due tagli profondi in un verso e poi altri due nell'altro a formare una scacchiera. Copritele nuovamente con la pellicola e fatele ancora raddoppiare.



Preriscaldate il forno a 180° C modalità statica.
Quando i panini sono raddoppiati spennellateli con l'uovo battuto e metteteli a cuocere per 25 minuti a 180° C in forno statico. 
Nel frattempo in un pentolino fate sciogliere lo zucchero nell'acqua e spengete. 
Quando sfornate i panini spennellateli subito con l'acqua in cui avete fatto sciogliere lo zucchero per renderli belli lucidi. 

Potete mangiarli accompagnando dei formaggi e dei salumi, in versione dolce farciti con della confettura ma anche da soli in purezza, sono favolosi! 


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martedì 21 novembre 2023

Gibanica con ricotta, mele e noci (Serbia) - R di Ricotta



Tra gli ingredienti con la R non poteva mancare certo la ricotta ,  che sia ricavata da latte di mucca, pecora, capra, bufala, asina, ma nel resto del mondo anche di cammello, yak, alce o renna. 



La ricotta è un latticino che si ottiene dal riscaldamento, con o anche senza l'aggiunta di acidificanti, del siero di latte che rimane dalla lavorazione del formaggio. Il suo nome indica appunto un  riscaldamento prima del latte e poi del siero (ri-cotta).

Con la ricotta ho voluto realizzare un dolce tipico della Serbia ma diffuso anche in tutti i Balcani, la Gibanica, preparato anche per le festività di Natale e Pasqua, realizzato con pasta fillo.

La pasta fillo ho voluto prepararla in casa, ma potrete tranquillamente utilizzare anche quella acquistata. 



Ingredienti: (per una teglia da 24 cm di diametro)

Per la pasta fillo

  • 400 gr di farina 00
  • 200 gr di acqua leggermente tiepida
  • 20 gr di olio di semi
  • due pizzichi di sale 
Per la gibanica
  • 12 fogli di pasta fillo acquistata o 8 di quella fatta in casa
  • 250 gr di ricotta
  • 80 gr di uva sultanina
  • 100 gr di zucchero semolato
  • 150 gr di gherigli di noci tritate grossolanamente
  • 2 mele grattugiate grossolanamente
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
  • burro fuso
  • 1/2 bicchiere di acqua
  • zucchero a velo per guarnire

Se userete la pasta fillo acquistata questa prima parte non vi interesserà.

Per la pasta fillo iniziate a versare la farina setacciata in una ciotola, aggiungete il sale, l'acqua leggermente tiepida e l'olio di semi.

Mescolare prima con un cucchiaio di legno, quando la farina sarà stata tutta raccolta versate il composto sulla spianatoia e lavoratelo energicamente con i palmi della mano ripiegandola ogni tanto in 3, fino ad ottenere una pasta liscia. Ricavato una specie di biscione con un tarocco dividetelo in 18 parti uguali. Lavorate ogni parte ottenendo una pallina e passatela nell'amido di mais. 


Riponete tutte le 18 palline passate nell'amido nella ciotola e chiuse con pellicola fatele riposare a temperatura ambiente per 1 ora. 

Riprendete una pallina, eliminate l'amido in eccesso, quindi allargatela col mattarello. 

Fate lo stesso con una seconda pallina, quindi spennellate un disco con olio di semi, adagiateci sopra un secondo disco, premete prima con il mattarello in orizzontale e poi in verticale, quindi allargatelo ancora con i dorsi delle mani, fino ad ottenere un disco di circa 26 cm di diametro. 






Potrete formare 2 fogli con 3 strati e gli altri 6 con 2 strati. 

Posate ogni foglio ricavato su carta forno coperto con pellicola ed arrotolato con delicatezza per non fargli prendere aria e seccarsi.



Preparate tutti gli ingredienti per il ripieno. 

Fate reidratare l'uvetta in acqua tiepida per 15 minuti, strizzatela ed unitela in una ciotola alle mele grattugiate grossolanamente ed a 20 gr di zucchero. 

In un'altra ciotola mischiate le noci tritate grossolanamente con la cannella e 20 gr di zucchero.

In una ulteriore ciotola mischiate la ricotta sgocciolata con 60 gr di zucchero fino ad ottenere una crema.

Iniziate ora a comporre la gibanica. Ponete un primo foglio di pasta fillo da 3 strati imburrato prima sotto e poi sopra e adagiateci un altro foglio da 2 strati. Se usate quella acquistata fate un primo strato di 4 fogli sempre imburrati.

Forate con la forchetta i fogli di pasta fillo, versatevi sopra un po' di burro quindi cospargeteci le noci mescolate con zucchero e cannella.


Quindi sovrapponeteci altri 2 fogli di pasta fillo da 2 strati fatti in casa e sempre 2 se acquistata sempre col burro tra i due e con un po' di burro sopra, forateli con la forchetta e cospargeteci le mele con l'uvetta e lo zucchero.


Adagiateci altri 2 fogli di pasta fillo (da 2 strati se fatta in casa) sempre imburrati, forate con la forchetta e cospargeteci la ricotta zuccherata. 


Coprite il tutto con 4 fogli di fillo acquistata o 2 da 3 strati fatti in casa, sempre imburrati e cosparsi di burro. 

Formate delle incisioni a quadrotti e versate sopra il mezzo bicchiere di acqua. 


Cuocete per 40 minuti a 180°C, la superficie diventerà dorata. 

Una volta fredda cospargete la gibanica con zucchero a velo. 



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giovedì 16 novembre 2023

Sutlijash - Budino di riso (Macedonia del Nord) - R di Riso



Per la R del nostro viaggio tra gli ingredienti non poteva mancare una ricetta con il Riso e questa volta ci spostiamo nella Repubblica della Macedonia del Nord per scoprire un dolce. Si tratta di una sorta di budino di riso che sembra abbia avuto i suoi natali in Turchia ma che con nomi diversi sia preparato in tutti i paesi dei Balcani.


Si tratta di un budino che caldo può essere consumato a colazione, una dolce coccola per iniziare la giornata. Freddo può concludere un pasto quasi come fosse un gelato, arricchito da frutta secca a piacere e la solita generosa spolverata di cannella in polvere. Qualcuno osa anche sostituire la cannella con cacao, ma io mi sono attenuta alla ricetta più classica.

Ingredienti:

  • 500 ml di latte 
  • 800 ml di acqua
  • un pizzico di sale
  • 150 gr di zucchero semolato
  • 250 gr di riso 
  • 1 bustina di zucchero vanigliato (io ho usato 1 cucchiaio di estratto di vaniglia)
  • 2 tuorli d'uovo
  • 1 stecca di cannella 
  • 1 scorza di limone non trattato
Per guarnire 
  • cannella in polvere
  • granella di pistacchi
  • mandorle 
Per prima cosa mettete sul fuoco il latte con la stecca di cannella, la scorza di limone e lo zucchero semolato portandolo quasi a bollore. Tenete da parte.

Sciacquate bene il riso, quindi mettetelo a cuocere in acqua bollente salata per circa 15 - 20 minuti mescolando spesso. Normalmente il rapporto di riso ed acqua deve essere 1:4 (una parte di riso e 4 parti di acqua). A questo punto versate il riso nel composto di latte e zucchero e continuate a cuocere per altri 15 - 20 minuti. 

Con una tazza di budino caldo amalgamate i tuorli battuti leggermente e versate nuovamente nel resto del budino e fatelo cuocere a fiamma bassa per altri 5 minuti mescolando continuamente.

Per ultimo fuori dal fuoco unite l'estratto di vaniglia e togliete la stecca di cannella e la scorza di limone.

Versate nelle coppe singole, spolverizzate con cannella e guarnite con granella di pistacchi e mandorle o con la frutta secca che preferite.

Potete consumarlo caldo, freddo di frigorifero o a temperatura ambiente.  




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martedì 14 novembre 2023

Jamaican rum cake (Giamaica) - R di Rum





Il mio primo incontro con la fruit cake britannica risale a ben 13 anni fa, quando l'artista della royal icing Vivian Lee ci fece assaggiare questo dolce durante il laboratorio che tenne qui a Roma. Era novembre e ci spiegò che nel Regno Unito la preparano con enorme anticipo affinché a Natale abbia il suo caratteristico sapore. Mi piacque talmente tanto che decisi di farla, ma visto che bisogna prepararla anche un mese prima ogni volta mi ricordavo troppo tardi. 

Questa volta cercando una ricetta con il Rum ho trovato la versione giamaicana di questo dolce, la Jamaican rum cake detta anche Jamaican cake fruit o Black cake, ispirata alla fruit cake ma molto più alcolica. Così mi sono iniziata a preparare gli ingredienti il primo novembre, in modo da poterla avere pronta per le feste natalizie.

Il Rum è il risultato della distillazione della melassa della canna da zucchero che rimane dopo la prima estrazione dello zucchero ( rum industriale), ma può essere ottenuto anche direttamente dal succo estratto dalla canna da zucchero dopo essere stata frantumata (rum agricolo).

Dobbiamo però ricordare che la canna da zucchero fu portata da Alessandro Magno dalla Nuova Guinea in Asia Minore nel 325 a.C.

Gli Arabi hanno poi portato la canna da zucchero in Europa e dopo la scoperta dell'America gli schiavi africani si resero conto che dagli scarti della canna da zucchero (presente nelle Americhe) era possibile distillare un prodotto alcolico. I Monaci Benedettini giunti a Santo Domingo perfezionarono il metodo di distillazione e l'Aguardiente nel XVII secolo diventò Rum.


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Questa torta ha sicuramente origine dalla fruit cake, i coloni inglesi ne portarono con loro la ricetta fin nei Caraibi dove giunsero nel XVIII secolo. Poi il popolo caraibico ha fatto sua la ricetta fino a farla diventare un simbolo di rivincita contro i coloni inglesi che li opprimevano per il commercio dello zucchero. Forse inizialmente i cuochi giunti con gli inglesi usarono il rum caraibico e lo zucchero per conservare meglio le loro torte alla frutta che con il caldo si deterioravano rapidamente. In ogni caso ora la torta alla frutta è diventata la torta dei Caraibi, pur con piccole differenze nelle spezie secondo se ci troviamo in Giamaica, Trinidad o Guyana (paesi che hanno avuto il colonialismo inglese), dove viene consumata come torta del Natale, dei matrimoni e delle grandi occasioni. 

Per prima cosa bisogna mettere a bagno nel rum e nel vino rosso(ad esempio il Porto) la frutta essiccata. Qualche ricetta dice che si può usare qualunque tipo di frutta disidratata a piacere e canditi, altre invece indicano l'uva sultanina, l'uva bionda, le prugne secche, le ciliegie e la scorza di arancia e limone candite, i mirtilli rossi ed i ribes. Io tranne i ribes che non ho trovato ho usato proprio questa frutta. In Giamaica come utilizzano la frutta reidratata nel rum e vino rosso per la Rum cake ne preparano un nuovo barattolo per l'anno successivo. Già, perché per loro più è alcolica e meglio è. Io invece l'ho lasciata a bagno solo due settimane, diciamo il minimo indispensabile. Per il procedimento troverete le indicazioni nella ricetta. 

Indispensabile per realizzare una Jamaican rum cake la "salsa di doratura", qui in Italia chiaramente non si trova questo caramello alcolico di zucchero di canna e per realizzarla ho seguito le indicazioni che troverete sempre nella ricetta. 


Ingredienti: (per una tortiera a cerniera da 26 cm di diametro)

Per la salsa di doratura

  • 1 cup di zucchero di canna Demerara (in una caraffa graduata 236 millilitri)
  • 1 cup di vino Porto (in una caraffa graduata 236 millilitri)
Fate fondere lo zucchero di canna Demerara in una pentola alta dal fondo spesso a bassa temperatura. Quando lo zucchero è completamente sciolto e brunito aggiungete il vino (attenti a non bruciarvi) e mescolate con un cucchiaio di legno. Fate raffreddare e versate in un vasetto di vetro a chiusura ermetica.



Per la frutta da mettere a bagno

  • 440 gr totali tra prugne secche, uva sultanina, uva dorata, mirtilli rossi essiccati, ciliegie candite, scorza di arancia e di limone canditi
  • 237 ml di rum (io ho usato il bianco)
  • 355 ml di vino rosso Porto
Mettete la frutta in un barattolo di vetro a chiusura ermetica, copritela con il rum ed il Porto. Se dovesse rimanere scoperta della frutta dal liquido aggiungete altro Porto fino a coprirla. Dovrete lasciarla riposare in dispensa almeno 2 settimane, anche se in Giamaica la lasciano anche per 1 anno aggiungendo altro vino o rum se dovessero essere assorbiti e lasciare la frutta scoperta. Quando dovrete usarla per la ricetta frullate con tutto il liquido ma senza farla diventare troppo liscia. 





Per la Jamaican Rum cake
  • 380 gr di farina 00
  • 200 gr di burro morbido
  • 200 gr di zucchero di canna Muscovado
  • 8 uova 
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 cucchiaino di noce moscata grattugiata
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere 
  • 1/2 cucchiaio di pepe di Giamaica (io non l'ho messo perchè non l'ho trovato)
  • 1/2 cucchiaio di vaniglia
  • 1/2 cucchiaio di acqua di rose 
  • 10 cucchiai di salsa di doratura
  • 1/2 cucchiaio di succo di limone 
  • scorza grattugiata di 1 limone non trattato 
  • 30 ml di rum 
  • tutta la frutta che avete messo a bagno frullata per 1 minuto insieme al liquido alcolico in cui era immersa 
Per prima cosa rivestite la teglia a cerniera con carta da forno ed accendete il forno a 150°C.

In una ciotola iniziate a lavorare con le fruste il burro ammorbidito con lo zucchero Muscovado fino ad avere una crema. Aggiungeteci poco per volta le uova che avrete battuto prima con il succo e scorza di limone sempre con le fruste. 
In un'altra ciotola mischiate la farina con il lievito, la cannella in polvere e la noce moscata appena grattugiata. 
Uniteli poco per volta nei liquidi mescolando con un cucchiaio di legno senza lavorare troppo l'impasto. 
Aggiungete ora la frutta frullata con i suoi liquidi, l'estratto di vaniglia, l'acqua di rose e la salsa di doratura. Non lavorate troppo l'impasto.
Versate ora nella teglia il composto e fate cuocere per 2 ore a 150°C. 



Inserito uno stecchino dovrà uscire asciutto. 
Fate raffreddare la torta, toglietela dalla teglia e bagnatela un po' con rum o Porto secondo i vostri gusti (dovrebbe essere un totale di 100 ml di liquidi, a voi la scelta della quantità). 
 
Una volta pronta potete conservare la torta avvolta in un tovagliolo imbevuto di rum e poi avvolgete il tutto con la pellicola. Potete conservarla in frigorifero o in luogo fresco senza prendere la luce. Se la servirete dopo 4 settimane spruzzatela nuovamente con rum  e vino (questo ogni 4 settimane fino al consumo). 

 

Finalmente il giorno di Natale ho ripreso la torta preparata più di un mese prima. Avevo un po' di timore mentre toglievo la pellicola ed il tovagliolo inumidito con il rum in cui era rimasta avvolta tutto questo tempo. Aver avuta la conferma che si era mantenuta alla perfezione mi ha sollevata, non ho bagnato ulteriormente con il rum prima di servirla come qualcuno suggeriva, vi assicuro che il gusto del rum si sentiva notevolmente e lo dimostra anche la consistenza della fetta molto compatta. 
Tra panettone, pandoro, cavallucci di Siena e struffoli anche la Jamaican rum cake ha fatto la sua bella figura! 😉



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