martedì 14 settembre 2021

Karidopita - la torta di noci greca




Chi mi segue da un po' sa che mi piace conoscere cucina e dolci di realtà lontane da me, sia italiane che straniere. Avevo delle noci che dovevano essere utilizzate e così mi sono ricordata di una torta greca a base di noci bagnata con uno sciroppo speziato che avevo visto in rete ma mai provata, beh questa è la volta giusta. 
La Karidopita, così si chiama la torta di noci greca, ricorda come taglio e bagna il revani turco, ma la base della torta è diversa. 
Come sempre ho fatto una ricerca tra le varie ricette presenti sul web, alcune nell'impasto hanno farina ed altre pangrattato, chi lo aromatizza con del brandy o cognac e chi no, chi tra le spezie utilizza anche la noce moscata. Dopo aver vagliato le varie ricette ed i relativi ingredienti sono giunta a questa ricetta di Oliva & Mango, a cui ho apportato solo una riduzione nella quantità dello sciroppo ed a cui avrei aumentato leggermente il contenuto di noci.




Ingredienti: (per una teglia rettangolare di 32 cm x 23 cm)

Per lo sciroppo
  • 315 ml di acqua
  • 300 gr di zucchero semolato
  • la scorza di 1 limone non trattato
  • 1 stecca di cannella 
  • 3 chiodi di garofano
  • il succo di mezzo limone
Per la torta 
  • 170 gr di burro a temperatura ambiente
  • 300 gr di zucchero semolato
  • 5 uova a temperatura ambiente
  • 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 177 ml di latte
  • 3 cucchiaini di lievito per dolci
  • 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
  • 204 gr di farina 00
  • un pizzico di sale
  • 117 gr di noci tostate e tritate grossolanamente ( io arriverei anche a 150 gr) + altre per guarnire 
Per prima cosa preparate lo sciroppo mettendo acqua, zucchero, scorza del limone e spezie in una casseruola, portate a bollore, aggiungete il succo di limone e fate bollire a fuoco basso ancora 3 minuti. Lasciate raffreddare.

Passate ora alla torta.
 
Tostate in una padella antiaderente a fiamma bassa le noci per circa 5 minuti, quindi tritatele grossolanamente.

Montate nel mixer il burro a temperatura ambiente con lo zucchero fino a renderlo spumoso, aggiungete un uovo alla volta sempre montando e per ultima unite la vaniglia.

Fate intiepidire il latte e fuori dal fuoco unitevi il lievito ed il bicarbonato mescolando con una forchetta fino a fargli formare una schiuma. Unite questo latte al composto.

Mescolare in una ciotola la farina, la cannella in polvere ed il sale, aggiungete il mix di polveri nel mixer al minimo e per ultime le noci.

Versate il composto nella teglia imburrata ed infarinata e cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 30 minuti, fino ad inserire uno stuzzicadenti ed estrarlo asciutto. 

Una volta estratta la torta dal forno praticatevi dei fori con lo stuzzicadenti su tutta la superficie e versatevi sopra lentamente lo sciroppo freddo. Fatelo riposare fino a quando lo sciroppo non sarà completamente assorbito, quindi tagliatelo a diamante e decorate con le altre noci tritate o a pezzetti.

Provatela, il profumo delle sue spezie vi porterà nei meravigliosi vicoli tra le case bianche dei villaggi greci!

martedì 31 agosto 2021

Crostata al gelo di anguria



E' l'ultimo giorno di agosto, le vacanze sono finite, il caldo torrido sembra essere passato, ma l'estate non è ancora terminata ed i suoi frutti sono gustosi e resi dolcissimi dal sole di cui hanno goduto.

E' quindi il momento giusto per realizzare un dolce di cui i palermitani vanno matti, una crostata con un ripieno di gelo d'anguria che loro chiamano "mellone" che può essere mangiato anche da solo come in questa ricetta! E' anche un modo per utilizzare quelle angurie poco dolci o troppo farinose che altrimenti non mangeremmo, mentre con l'aggiunta dello zucchero necessario ed aromatizzate con della cannella e, se li avete, con fiori di gelsomino daranno vita ad una crema dal sapore favoloso. 




Ingredienti: (per una tortiera da crostata da 23 cm con bordi alti)

Per la frolla

  • 375 gr di farina 00
  • 150 gr di burro a temperatura ambiente
  • 150 gr di zucchero semolato
  • 2 uova medie intere
  • la buccia grattugiata di un limone non trattato
  • una punta di cucchiaino di lievito per dolci
  • un pizzo di sale

Per il gelo d'anguria 

  • 1 lt di succo di anguria 
  • 90 gr di amido di mais 
  • 200 gr di zucchero (ma la quantità può variare in base alla dolcezza dell'anguria)
  • un pezzo di stecca di cannella

Per isolare la frolla

  • 100 gr di cioccolato fondente
 
Per guarnire
  • pistacchi tritati
  • gocce di cioccolato fondente
La sera prima iniziate a preparare la frolla come al solito, avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in frigorifero per tutta la notte.

Per ottenere il succo d'anguria passate la polpa al passaverdure e raccoglietelo in un contenitore.
Iniziate anche a riscaldare in un pentolino 100 ml di succo di anguria con la stecca di cannella e lasciatela in infusione tutta la notte in frigorifero come pure il resto del succo.

Quando riprenderete la frolla lavoratela un po' per farle riacquistare morbidezza, rivestite la teglia imburrata ed infarinata, bucherellate con i rebbi di una forchetta sia il fondo che i bordi perché non si gonfino in cottura, rivestitela con carta da forno e copritela con fagioli secchi. Fatela cuocere a 180°C in forno preriscaldato per circa 25 minuti, quindi togliete i fagioli e la carta forno e proseguite la cottura per altri 10 minuti. Praticamente avrete fatto una cottura in bianco della base di frolla. 

Ora riprendete il succo d'anguria, passatelo attraverso un colino come pure quello aromatizzato con la stecca di cannella.
Versatene una piccola parte in una casseruola dal fondo spesso, aggiungeteci l'amido di mais che farete sciogliere alla perfezione mescolando con una frusta, quindi lo zucchero un po' per volta fino a raggiungere il grado di dolcezza che vi piace. 
Mettete la casseruola sul fuoco a fiamma bassa e sempre rimescolando vedrete che appena si formeranno le prime bolle avrà raggiunto la giusta consistenza ed acquisito un color rosso corallo favoloso.
Versatelo in un contenitore di vetro e fatelo raffreddare.


Quando la base di frolla sarà fredda spennellate tutto l'interno con il cioccolato fondente fuso a bagnomaria, in modo che la frolla non si ammorbidisca a contatto con il gelo.

Una volta che il cioccolato fondente si sarà rappreso versate all'interno il gelo d'anguria ormai quasi completamente freddo. 
Fate riposare per un giorno la crostata in frigorifero e al momento di servirla guarnite con pistacchi tritati e gocce di cioccolato. 
Io non sono riuscita a trovarli ma ci sarebbero stati meravigliosamente anche dei fiori di gelsomino.  




Accompagnato da un buon Passito di Pantelleria godiamoci ancora questo sapore estivo, il colore poi è stupendo! 


mercoledì 11 agosto 2021

Taralli pugliesi ai semi di finocchio


Siamo arrivati all'ultimo giorno dedicato dalla Fattoria consapevole e solidale alle ricette con spezie ed erbe aromatiche.

Mentre scrivo questo post, nel silenzio mattutino della campagna umbra, rotto solo dai primi cinguettii degli uccelli e dal tubare delle tortore, una nuvola passeggera e dispettosa versa qualche goccia di pioggia nella tazzina di caffè che sto bevendo davanti casa. Una coppia di uccellini che penso sia fuggita da qualche gabbia e si sia straordinariamente ambientata alla vita in libertà, mi fa compagnia da qualche giorno stazionando sui fili della corrente e del telefono che passano sopra casa nostra e davanti. Qui i pali sono ancora in legno, un piccolo borgo con la strada bianca che il comune ha voluto lasciare così come era un tempo. 

Realizzare quest'ultima ricetta fuori casa non è stato semplice. Formiche agguerrite che compaiono dal nulla appena qualcosa di commestibile viene appoggiato sul lavello, una connessione del cellulare che prende solo se usciamo fuori di casa, un'intrusione dei ladri sventata in piena notte dal nostro gatto che ci ha svegliati saltando terrorizzato sul nostro letto, ma tutto sommato sono sciocchezze e quindi tentiamo anche quest'ultima ricetta.

È il modo per concludere questa esperienza della Fattoria consapevole e solidale, in attesa di nuove idee e progetti per continuare a cucinare insieme! 

Protagonisti di questa ricetta sono i semi di finocchio, dal profumo che ricorda l'anice e la liquirizia e dalle proprietà digestive, antinfiammatorie e diuretiche. La ricetta in cui utilizzarli è quella dei taralli pugliesi ai semi di finocchio, uno snack che può accompagnare in un aperitivo dei salumi o formaggi accanto ad un buon bicchiere di vino rosso, ma anche da sgranocchiare da soli come spezzafame.

La realizzazione di questi taralli è molto semplice, anche se ho dovuto rinunciare alla bollitura prima della cottura in forno perché non avrei saputo come e dove farli asciugare una nottata senza che le formiche chiamassero tutte amiche del circondario a banchettare. Se voi vorrete invece procedere alla cottura vi basterà tuffarli in acqua bollente pochi per volta, tirarli su quando vengono a galla come si fa con gli gnocchi, farli asciugare una notte su dei canovacci, quindi il giorno seguente cuocerli in forno a 200 gradi C per 20 minuti. 

Io qui vi indicherò la ricetta senza bollitura, vi assicuro che sono comunque favolosi. 


Ingredienti

  • 500 gr di farina 00
  • 140 ml di un buon olio extra vergine di oliva 
  • 175 ml di vino bianco secco
  • 10 gr di sale fino
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato
  • 12 gr di semi di finocchio
In una ciotola setacciate la farina con il sale, il bicarbonato ed unite i semi di finocchio. Al centro versate l'olio ed il vino bianco ed impastate per almeno 10 minuti fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. 
Staccate dei pezzetti d'impasto e formate dei cordoncini dello spessore di un mignolo, tagliatene dei pezzi lunghi circa 8 cm o più secondo le dimensioni desiderate e chiudeteli a ciambellina. Fateli riposare per 30 minuti in frigo già sistemati sulla teglia foderata di carta da forno e fate cuocere per 30 minuti a 200 gradi C. Lasciateli nel forno spento fino a che non si raffredda. 
Chiusi in un contenitore di latta o ermetico resteranno fragranti per parecchi giorni.
 
 

 

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venerdì 23 luglio 2021

Zuccherini di Vernio alll'anice




Siamo giunti all'ultima tappa della Fattoria consapevole e solidale e fino all'11 agosto protagoniste delle nostre ricette saranno le spezie e le piante aromatiche.

La prima spezia che ho voluto utilizzare e che amo da sempre è l'anice di cui mi piace il profumo ed il leggero sapore di liquirizia. Per le sue proprietà digestive è molto utilizzato nei liquori e con il mio nonno palermitano non mancava mai una bottiglia di "zammù" (che deriva dalla parola "sambuco") con cui correggeva il caffè o che diluiva in acqua per ottenere una bevanda dissetante. Nella cucina italiana è utilizzata in molti dolci anche in abbinamento ad altre spezie, ma non solo.

Questa ricetta è legata ai miei ricordi del mercato che si svolgeva a Prato in Piazza Mercatale sotto casa dei miei nonni paterni, dove arrivavano questi dolcetti bianchi e profumati, gli zuccherini di Vernio. In passato erano realizzati per le Cresime, Comunioni e matrimoni dove erano offerti agli invitati come ora i confetti, adesso sono reperibili sempre, ma potete anche provare a realizzarli in casa come un tempo.



Ingredienti (per circa 50 zuccherini):

  • 500 gr di farina 00 
  • 4 uova 
  • 100 gr di zucchero semolato
  • 60 gr di burro ammorbidito
  • 1 presa di sale
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 15 gr di semi d'anice 
  • 3 cucchiai di liquore all'anice 
Per la glassatura 
  • 400 gr di zucchero
  • 200 gr di acqua
  • 3 cucchiai di liquore all'anice (io ne avrei aggiunto un altro po')
La sera prima mettere a bagno in acqua i semi d'anice per farli reidratare.

La mattina seguente sulla spianatoia creare una fontana con la farina, il sale, lo zucchero ed lievito ben mescolati tra di loro. 
Al centro mettere il burro ammorbidito, le uova , i semi d'anice ben strizzati ed il liquore. Lavorare tutti gli ingredienti fino ad avere un composto omogeneo che avvolgerete nella pellicola e farete riposare a temperatura ambiente.

Qualcuno aggiunge negli ingredienti la scorza grattugiata di limone, ma nella ricetta originale non c'è.

Create dei cordoncini dello spessore di un mignolo e lunghi circa 10 cm, chiudendoli a ciambellina.

Posate i biscotti sulla teglia foderata di carta da forno ben distanziati, visto che in cottura si gonfieranno, e fate cuocere in forno già preriscaldato a 180°C per 15 minuti.




Fateli completamente raffreddare, quindi in un'ampia padella antiaderente versate l'acqua con lo zucchero ed il liquore all'anice, portate ad ebollizione fino a quando mescolando con un cucchiaio di legno e sollevandolo non sgocciolerà ma scenderà un filo continuo di sciroppo.

Versatevi le ciambelline ed a temperatura bassa continuate a mescolarle delicatamente con il cucchiaio di legno fino a che non avranno raccolto tutto lo sciroppo e saranno diventate bianche.

Adagiate gli zuccherini su carta da forno e fateli raffreddare completamente. 

Potrete conservare gli zuccherini in un contenitore ermetico per circa 10 giorni. 

 


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venerdì 2 luglio 2021

Isba del Monastero, la torta russa con ciliegie



Siamo nel pieno della stagione delle ciliegie ed avendole viste tanto invitanti non ho resistito. Dai  tempi del nostro libro "Risikitchen" avevo in mente questo dolce russo particolare nella sua forma che ricorda appunto le costruzioni rurali russe.

Le ciliegie sono ricche di vitamine A e B, sali minerali, sostanze antiossidanti e, cosa non da poco, sono ideali per una dieta ipocalorica, solo 38 kcal per 100 grammi. 

Contrariamente alla maggior parte delle torte russe che sono a strati questa è formata da tanti cilindri di pasta riempiti di ciliegie che ricordano molto quest'altra torta che avevo già fatto (potete anche usare questa ricetta per la frolla), cilindri che vengono posizionati a formare una specie di piramide tenuti insieme da una crema realizzata con smetana, panna e zucchero velo , la stessa che ricopre poi tutto il dolce.


Ingredienti:

Per la pasta frolla

  • 350 gr di farina 00
  • 130 gr di burro morbido
  • 130 gr di smetana
  • 100 gr di zucchero semolato
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • un pizzico di sale
Per la crema 
  • 300 gr di smetana
  • 150 gr di panna da montare
  • zucchero a velo secondo i gusti (io ne ho usati 100 gr)
Per il ripieno 
  • 500 gr di ciliegie

Per la guarnizione
  • 50 gr di cioccolato fondente


La smetana è una sorta di panna acida che potrete realizzare unendo in un recipiente di vetro 4 tazze di panna con 1 cucchiaio di yogurt, coprite con un telo e lasciate a temperatura ambiente tutta la notte. Così otterrete la panna acida.



Iniziate a preparare la frolla unendo in una grande ciotola il burro morbido e la smetana con una frusta a mano, aggiungete la farina setacciata con il lievito ed il sale, sulla spianatoia amalgamate insieme gli ingredienti fino ad avere un composto liscio ed omogeneo che farete riposare avvolto nella pellicola in frigorifero per 1 ora.



Dividete l'impasto in 15 parti, ricavate 15 palline che poi stenderete sul piano infarinato in una foglia da 20 cm per 8cm.



Posizionate al centro di ogni sfoglia le ciliegie denocciolate, il numero delle ciliegie dipende dalla loro grandezza, le mie erano anche troppo grandi. Chiudete bene ogni cilindro sigillando tutto il bordo. 



Posizionate i cilindri distanziati su una teglia rivestita di carta da forno e cuocete in forno preriscaldato a 180°C per circa 25 - 30 minuti. Se fuoriesce del succo di ciliegie è normale. Lasciateli raffreddare completamente.

Nel frattempo montate insieme la smetana, la panna da montare e lo zucchero a velo fino ad avere una bella crema, se dovesse risultare morbida potete anche aggiungere un po' di mascarpone e regolatevi con lo zucchero a velo.

Iniziate a montare il dolce direttamente sul vassoio. Posizionate 5 cilindri affiancati, ricopriteli con un po' di crema, quindi posizionate sopra 4 altri cilindri seguiti da 3, 2 ed infine 1, ricoprendo sempre ogni strato con la crema che vi servirà anche per rivestire esternamente tutto il dolce lisciando la superficie con una spatola. 

Di questo passaggio ho dimenticato di fare le foto.

Fate compattare il dolce in frigorifero per tutta la notte ed al momento di servirlo grattugiate sopra il cioccolato fondente.




Con questa ricetta partecipo alla Fattoria consapevole e solidale che fino al 10 luglio avrà come protagonista la frutta fresca. 

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venerdì 25 giugno 2021

Pane con le mele senza impasto



Volevo un pane con le mele che ricordasse quello tipico del Trentino Alto Adige ma che non somigliasse più ad un dolce che al classico pane.

Ho trovato questa ricetta de "la chiave nel pozzo" di un pane senza impasto, diretto discendente del pane cafone napoletano, semplicissimo da fare, con una quantità di lievito davvero minima ed ho voluto provare a seguirla. Il mio rapporto con il pane fatto in casa è sempre stato di amore-odio, sono sempre molto critica specialmente su ciò che faccio con le mie mani e se il risultato non mi soddisfa sono la prima a criticarlo. Vuoi mettere il sapore che ha un pane cotto nel forno a legna e con farine ottime?

Beh io il forno a legna non ce l'ho (è uno dei miei sogni) ma il  risultato, seppur suscettibile di miglioramenti, non mi ha affatto deluso.

Questo pane alle mele, chiaramente adatto alla prima colazione con un velo di burro ed una buona confettura, è anche adatto ad accompagnare salumi e formaggi, ottimo con lo speck.

Ingredienti:

  • 500 gr di farina 0
  • 350 gr di acqua fredda
  • 2 gr di lievito di birra fresco
  • 10 gr di sale fino 
  • semola rimacinata per lo spolvero
Per il ripieno
  • 1 mela sbucciata e tagliata a cubetti
  • 1 cucchiaio di zucchero semolato
  • cannella in polvere secondo i gusti
Visto il pochissimo lievito utilizzato questo pane ha bisogno di una lunga lievitazione. 
Sarà quindi necessario iniziare il giorno prima intorno alle 18 (ma con il caldo estivo sicuramente si può iniziare qualche ora più tardi). 
Disponete in una grande ciotola la farina con il sale, mescolate bene perché si distribuisca uniformemente, unite l'acqua fredda in cui avrete sciolto i 2 grammi di lievito di birra e con un cucchiaio mescolate fino a che la farina non avrà assorbito bene tutta l'acqua. Coprite la ciotola con la pellicola e lasciate lievitare a temperatura ambiente fino alle 8 del mattino seguente.
Troverete un impasto triplicato di volume e molto morbido.

Ora in una ciotolina cospargete la mela sbucciata e tagliata a cubetti con lo zucchero e la cannella.

Sulla spianatoia cosparsa di semola rovesciate l'impasto che risulterà molto morbido aiutandovi con un tarocco. 

Con le mani infarinate allargate l'impasto e cospargeteci sopra i cubetti di mela. 

Procedete a praticare le pieghe. Sempre con le mani infarinate prendete un lembo dell'impasto, tiratelo verso l'esterno e ripiegatelo a metà dell'impasto, così fino ad aver allungato e ripiegato tutta la circonferenza dell'impasto. Chiudetelo bene a palla, giratelo e con le mani infarinate date la forma perfetta di palla (una sorta di pirlatura) che posizionerete, con la chiusura sotto, su della carta da forno leggermente spolverata di semola e farete lievitare nuovamente per circa 2 ore nella pentola in cui poi farete cuocere il pane chiusa con un coperchio che potrà andare in forno. La pentola dovrà avere un diametro di 22 cm ed un'altezza di circa 12 cm. Il mio pane si è un po' "accomodato" proprio perché non ho usato una pentola stretta. 

Per rendere la crosta lucente (cosa che io non ho fatto e si vede) a fine lievitazione potete spennellare la superficie con olio evo a temperatura ambiente e praticare dei tagli con una lama molto affilata. 

Disponete ora la pentola con il coperchio nel forno freddo ed impostate la temperatura a 230°C, quando il forno avrà raggiunto la temperatura (questo dipende chiaramente da forno a forno, calcoliamo circa una mezz'ora) abbassate la temperatura a 200°C, togliete il coperchio e fate cuocere altri 20 minuti. 
A questo punto togliete il pane dalla pentola aiutandovi con la carta da forno che avevate lasciato sotto e posizionatelo sulla griglia del forno a modalità ventilato per altri 10 minuti perché finisca di asciugarsi. 

Sfornatelo e fatelo raffreddare in verticale. Picchiettando il fondo del pane dovrà suonare a vuoto.

In alcune ricette ho letto che si può aggiungere anche della frutta a guscio, noci e nocciole, provate anche voi! 


 

Con questa ricetta partecipo alla Fattoria consapevole e solidale che fino al 10 luglio avrà come protagonista la frutta fresca. 

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mercoledì 16 giugno 2021

Gnocchi di susine della tradizione friulana


Per trovare un primo piatto che avesse protagonista la frutta fresca questa volta sono andata in Friuli dove tra Trieste e Gorizia questi gnocchi sono particolarmente diffusi, tanto che un ragazzo viene considerato adulto quando riesce a mangiarne più del padre.

Sono degli gnocchi di patate che racchiudono una susina a cui è stato tolto il nocciolo ed al suo posto inserita una farcia di pangrattato, zucchero e cannella resa croccante nel burro. Nel mio caso le susine erano molto grandi e quindi in ogni gnocco ho utilizzato solo mezza susina.

Arrivarono in Friuli durante il dominio austro-ungarico nei primi decenni del novecento e dovrebbero essere una variante degli gnocchi austriaci di albicocche, i Marillenknödel, (che la mia zia Lina, viennese, mi ha sempre preparato) a cui sostituirono le albicocche con le susine che venivano coltivate lungo il confine sloveno dell'impero. 

Sono utilizzati come primo piatto, ma con una spolverata di zucchero e cannella diventano anche un dolce. 


Ingredienti: (per 2 persone)

Per l'involucro di patate

  • 400 gr di patate per gnocchi
  • 100 gr di farina 00
  • una noce di burro fuso
  • 1 uovo
  • un pizzico di sale 
Per il ripieno
  • 6 mezze susine grandi (se non trovate delle susine ovali più piccole)
Per il condimento esterno e per il ripieno
  • 4 cucchiai di pangrattato
  • 20 gr di burro
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • cannella in polvere secondo i gusti
Burro fuso da cospargere sugli gnocchi 

Fate cuocere le patate con la buccia in acqua salata, quando sono tenere pelatele e passatele nello schiacciapatate.
Una volta tiepide aggiungete l'uovo, il burro fuso, il sale e la farina amalgamando bene il tutto. 
Nel frattempo in una padella fate imbiondire il pangrattato nel burro con lo zucchero e la cannella.
Denocciolate le susine, se sono grandi dividetele in due ed al posto del nocciolo mettete un po' del pangrattato tostato nel burro con lo zucchero e la cannella. Se utilizzate susine più piccole ricomponete il frutto intero.
Alcuni preferiscono riempire dove c'era il nocciolo soltanto con dello zucchero. 
Prendete un po' dell'impasto di patate, schiacciatelo con la mano inumidita e ricopriteci la mezza susina o la susina intera in modo da ottenere un grosso gnocco.
Immergete gli gnocchi in acqua bollente salata pochi per volta e quando verranno a galla fateli cuocere ancora per qualche minuto. 
Scolateli e ripassateli nella padella dove c'è il pangrattato tostato nel burro con zucchero e cannella fino a ricoprirli completamente.
Impiattateli e versateci sopra del burro fuso. Vanno serviti caldi.

Se li volete mangiare come dolce potete cospargerli ancora di zucchero e di cannella. 


 

Con questa ricetta partecipo alla Fattoria consapevole e solidale che fino al 10 luglio avrà come protagonista la frutta fresca. 

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venerdì 21 maggio 2021

Fettine del faraone - biscotti di Montersino



Questi biscotti di Luca Montersino li conoscevo da  parecchi anni, ma la decisione di farli era venuta dopo che la mitica amica Doretta del blog "Sarda in saòr" li aveva provati con piccole varianti e ci aveva riferito il consenso di quanti li avevano assaggiati. La preparazione è semplicissima, in più l'impasto si può congelare e prepararli e cuocere all'occorrenza in pochissimo tempo. Nella ricetta originale Montersino usa farina di kamut, anche se precisa che si può usare la farina che si preferisce ed infatti io ho sempre usato farina di grano tenero 00 come Doretta. In più allo zucchero di canna ho sostituito lo zucchero di canna integrale muscovado che dona un leggero retrogusto di liquirizia. Montersino usa come frutta a guscio le mandorle, io ho voluto usare un mix di mandorle, nocciole, noci, pistacchi ed uva passa. Questa tappa della Fattoria consapevole e solidale infatti tratta i semi oleosi fino al 10 giugno. 

 


Sono ricche di sali minerali, fibre, vitamine e proteine ed un loro  consumo regolare ma misurato può aiutare a far funzionare bene il fisico e la mente.

Ingredienti: 

  • 325 g di farina 00
  • 125 g di burro a pomata
  • 200 g di zucchero di canna integrale muscovado
  • 250 g di frutta secca a guscio (mandorle, noci, nocciole) e uva passa 
  • 1 pizzico di sale
  • i semi di 1 bacca di vaniglia
  • un pizzico di cannella in polvere
  • 80 g di uova
Dopo aver amalgamato nel robot con la foglia il burro morbido e lo zucchero aggiungete il pizzico di sale, le uova, la farina, i semi di vaniglia, la cannella e la frutta intera non spellata. Fate amalgamare un po' il tutto, anche se il composto risulterà sgranato e dovrete inserirlo manualmente in uno stampo da plumcake rivestito di pellicola. Pigiatelo con un tarocco perché si compatti e lasciatelo almeno 3 ore in freezer. 
Trascorso questo tempo affettatelo a fette piuttosto sottili con un coltello seghettato da pane, più le taglierete sottili più riusciranno croccanti.



 
Ponete le fettine su una teglia foderata di carta da forno ed infornate in forno già caldo a 200°C per 10 minuti. 
Controllateli perché appena i bordi cominciano a colorirsi dovrete estrarli dal forno. Saranno ancora morbidi, ma prenderanno consistenza appena freddi. 
Potete conservarli in una scatola a chiusura ermetica.



Se deciderete di conservare l'impasto in freezer per cuocerli quando vorrete basterà estrarre lo stampo dal freezer e dopo 10 minuti affettare l'impasto e cuocere i biscotti. Se non lo userete tutto riporrete il restante nuovamente in freezer.

Io ho usato un mix di frutta a guscio, ma voi potrete farne anche con un solo tipo di frutta e addirittura uno stampo per ogni tipo di frutta.

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domenica 16 maggio 2021

Spaghetti c'anciova, muddica atturrata e noci


Questo primo piatto per me è un tuffo nei ricordi di bambina, quando mio nonno Vincenzo, palermitano, decideva che il primo preparato da mia madre non era di suo gradimento e quindi se lo preparava da solo.

In genere questo accadeva quando mamma preparava un risotto, lui sottovoce guardava il tegame con il riso sul fuoco e diceva: "Mmmmm! Risu, mi calu e non mi isu" (il riso, mi abbasso ma non riesco a rialzarmi - questo perché per molti siciliani era considerato poco nutriente!).

Allora con calma serafica metteva su la sua pentola per lessare la  pasta (rigorosamente spaghetti) e mentre prendeva una padellina mi diceva "O' nonno si prepara a' pasta c'anciova e a' muddica!". Ed io mangiavo sia il risotto di mamma che la pasta con nonno.

La pasta con l'acciuga (anciova) ed il pangrattato abbrustolito (muddica atturrata) è un primo veloce e gustosissimo, spesso arricchito dai pinoli come molti altri piatti siciliani, ma poichè anche in Sicilia si trovano ottime noci, come le noci giganti di Motta Camastra in provincia di Messina, la frutta a guscio che ho scelto per la Fattoria consapevole e solidale è proprio la noce.


 

Le noci sono ricche di acidi grassi polinsaturi e di sali minerali,  di vitamina E ed acido folico. Inoltre abbassano il colesterolo cattivo, ma bastano 30 gr al giorno di noci. 

Ingredienti: (per 4 persone) 

  • 320 gr di spaghetti
  • 8 cucchiai d'olio e.v.o.
  • 8 filetti d'acciuga
  • 1 spicchio d'aglio
  • peperoncino (a piacere)
  • prezzemolo tritato
  • 12 gherigli di noci sminuzzati grossolanamente 
  • 8 cucchiai di pangrattato 
La preparazione è molto rapida. Mentre cuocete la pasta in abbondante acqua salata in una padella fate riscaldare l'aglio ed il peperoncino nell'olio, aggiungete i filetti di acciuga che farete sciogliere aggiungendo anche qualche cucchiaio di acqua della pasta. 
In un'altra padellina fate imbiondire il pangrattato in un filo d'olio.
Quando la pasta sarà cotta al dente saltatela nella padella con l'olio e le acciughe, impiattate e cospargete su ogni piatto il prezzemolo tritato, le noci sminuzzate e la muddica atturrata. 

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sabato 15 maggio 2021

Simit, la ciambella di pane turco al sesamo



Adoro il sesamo e dovendo fare un pane per la 
Fattoria consapevole solidale  che fino al prossimo 11 giugno avrà come protagonisti i semi oleosi, mi sono subito venute in mente quelle ciambelle che ad Istambul vendono per le strade con delle vetrine montate su carretti o addirittura nelle ceste trasportate sulla testa dei venditori ambulanti,i simit al sesamo. 

Venditore ambulante di simit al sesamo ad Istambul (foto da Wikimedia di Benreis)


Oltre ad essere buoni i semi di sesamo hanno un elevato contenuto di proteine (18%), carboidrati (20%) e grassi (50%), sono efficaci per la prevenzione dell'osteoporosi per il contenuto di calcio, rinforzano il sistema immunitario e prevengono le malattie cardiocircolatorie. Sono quindi degli alleati della nostra salute, anche se bisogna consumarne non più di 2 cucchiai al giorno.
Possono arricchire delle fresche insalate o essere utilizzati come panatura, oltre a caratterizzare il pane come nel mio caso.  

Parlando del simit sembra che questo pane turco sia nato intorno al sedicesimo secolo nella città di Istanbul durante l'Impero Ottomano. 

Viene consumato in qualsiasi momento della giornata come snack sia in purezza che farcito in versione salata o dolce.

E' diffuso anche nel resto dei Balcani con il nome di gevrek, in Medio Oriente con il nome di susam kebabi, in Armenia con il nome di bokegh è considerato il pane tipico del Natale, mentre in Romania chiamato covrig è ricoperto di sale o semi di papavero e può essere anche dolce con un ripieno di mela o ciliegia. 

Queste ciambelle di pane al sesamo sono semplici e veloci da realizzare, sono croccanti fuori e morbide all'interno. Il colore bruno dorato esterno è dato dalla melassa d'uva, il Pekmez, noi possiamo sostituirlo con una soluzione di acqua e zucchero caramellato o miele.

Ingredienti: (per 4 ciambelle)

  • 250 gr di farina 00
  • 5 gr di lievito di birra disidratato 
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 10 gr di zucchero
  • 120 ml di acqua
  • 15 gr di olio e..v.o.
Per bagnare le ciambelle
  • 200 ml di acqua 
  • 20 gr di miele

Per guarnire 

  • semi di sesamo q.b.
In una terrina unite la farina con il lievito e lo zucchero, versate
l'olio e l'acqua, quindi il sale e lavorare tutti gli ingredienti sulla spianatoia fino ad ottenere un panetto liscio ed omogeneo che farete lievitare coperto con pellicola per 20 minuti.

Dividete il panetto in 4 parti, formate 4 filoni che farete lievitare coperti con pellicola per altri 10 minuti.


Spennellate i filoni con olio e.v.o. e fate lievitare nuovamente altri 10 minuti. 



Formate un cordone con ogni filone e ripiegandolo intrecciate le due parti formando la ciambella.

Immergetela nell'acqua con il miele e passatela nel sesamo.




Disponete le 4 ciambelle sulla teglia coperta di carta da forno, cuocete in forno per 15 minuti a 35°C, fatele raffreddare per 10 minuti fuori dal forno quindi infornatele nuovamente questa volta a 250°C per 10 minuti. 

Il vostro simit è pronto per essere gustato!!



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mercoledì 21 aprile 2021

Cjarsons - gli agnolotti della Carnia


Continuiamo ad avere fino al 10 maggio prossimo come protagonisti caffè e cacao per la Fattoria consapevole e solidale.

Cercavo la ricetta di un primo piatto in cui il cacao fosse un elemento caratterizzante e la scelta è caduta sui tipici agnolotti della Carnia, regione a nord-ovest del Friuli Venezia Giulia che coincide con l'alto bacino del Tagliamento, i Cjarsons.

Questi agnolotti risalgono addirittura al Medioevo, trasformandosi poi in epoca rinascimentale rendendo l'involucro di pasta più sottile, simile a quelli odierni. 

Non esiste una ricetta per i cjarsons, ma tante quante sono i paesi della Carnia ed addirittura una per famiglia.Chi li preferisce con un ripieno dolce e chi salato, chi ottiene l'involucro di pasta con solo farina ed acqua e chi con l'aggiunta di patate lesse, una sola cosa li contraddistingue tutti, nel ripieno (chiamato pastum) non è mai presente la carne. Solo in pianura, dove si sono diffusi nel tempo, il ripieno prevede anche la carne tritata, mentre l'antica ricetta conservata nel convento delle Dimesse di Udine prevede cervella di vitella e pollo arrosto, ricotta e formaggio.

Per i matrimoni offrire cjarsons dolci agli invitati era come offrire confetti tanto erano preziosi.

La presenza di spezie pregiate in questo territorio è legato ai cramars, venditori ambulanti di spezie che acquistavano a Venezia ed a piedi ,attraversando le Alpi, trasportando le spezie nelle crassigne( piccole cassettiere di legno portate come zaini) fino ai paesi germanici dove le vendevano. Al loro ritorno, con le spezie avanzate nel fondo delle crassigne, con ciò che si aveva in casa e che la stagione offriva, le donne preparavano i cjarsons, proprio nello spirito della nostra Fattoria.

In alcuni ripieni nella versione dolce sono previsti anche o mela o pera e biscotti secchi.

I Cjarsons sono dunque il simbolo della festa e della convivialità, sia per le feste religiose che per le ricorrenze familiari, come compleanni, matrimoni. Nella frazione di Denglâr di Sôre di Paluce venivano preparati i primi di marzo per festeggiare il ritorno del sole dopo 3 lunghi mesi di assenza.

Come ho già detto la pasta può essere di sole farina ed acqua o contenere anche patate, io ho optato per la seconda versione, ma se li volete più leggeri potete anche scegliere l'impasto che non le contiene. 

Ho provato le due versioni di ripieno, dolce e salato, distinguendoli con due chiusure diverse, solo due dei tanti modi in cui si possono chiudere i cjarsons. 

Versione ripieno dolce

Versione ripieno salato


Ingredienti:  (per 4 persone)

Per la pasta 

  • 400 gr di patate
  • 400 gr di farina 00
  • 1 uovo intero
  • un pizzico di sale

Per il ripieno dolce
  • 200 gr di ricotta (ben sgocciolata)
  • 30 gr di confettura di ciliegie
  • 50 gr di arancia candita
  • 50 gr di uvetta rinvenuta 10 minuti in acqua calda
  • 3 cucchiai di cacao amaro
  • 1/2 cucchiaino di cannella
  • una grattatina di scorza di limone non trattato
  • 1 cucchiaino di rum

Per il ripieno salato (per 1 sola persona)
  • 50 gr di ricotta (ben sgocciolata)
  • un pezzetto di cipolla
  • qualche foglia di bieta sbollentata
  • qualche foglia di prezzemolo
  • un pezzetto di patata lessa
  • una punta di cacao amaro 
  • una grattatina di scorza di limone non trattato
  • sale e pepe

Per il condimento di entrambe le versioni
  • burro nocciola q.b.
  • cannella in polvere q.b.
  • ricotta affumicata q.b.

Per la preparazione del ripieno dolce frullate insieme tutti gli ingredienti.

Per il ripieno salato fate saltare in padella la cipolla tritata con la bieta strizzata ed il prezzemolo. Frullate quindi insieme al resto degli ingredienti.

Per la preparazione della pasta lessate le patate in acqua salata, schiacciatele ed una volta intiepidite aggiungete la farina, l'uovo ed il sale. 
Lavorate l'impasto sulla spianatoia fino a renderlo omogeneo, tirate con il mattarello ad uno spessore di circa 3 mm, ricavatene dei cerchi di 8 cm di diametro, ponete un po' meno di cucchiaino d'impasto du ogni cerchio e chiudere come meglio vi riesce, in rete potrete vedere diversi modi.







COME CONGELARLI.

Disponeteli ben distanziati su un vassoio, poneteli nel congelatore e una volta congelati riponeteli in un sacchetto per il freezer.  

Lessateli in acqua bollente salata pochi per volta fino a che non vengono a galla, conditeli con burro nocciola, cannella in polvere e ricotta affumicata. 

Nella versione dolce se non riusciste a trovare la ricotta affumicata potete limitarvi ad una spolverata di cannella e zucchero oltre al solito burro nocciola.

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martedì 13 aprile 2021

Liquore al cioccolato della tradizione pugliese



Per le ricette che avranno come protagonisti fino al 10 maggio prossimo caffè e cacao per la Fattoria consapevole e solidale ho      voluto iniziare con un liquore della tradizione pugliese a base di    cioccolato fondente e cacao amaro. 



                              

Ho cercato notizie e sembra che in Puglia si tramandino molte ricette di liquore e bevande per concludere degnamente un pasto, tra i più amati il liquore al caffè, il liquore al finocchio ed il liquore al cioccolato. Non so se effettivamente siano digestivi, di sicuro allietano il palato, sia a temperatura ambiente nel periodo freddo che ghiacciati nella stagione calda.

Il cacao, considerato il "cibo degli dei", ricco di polifenoli ed antiossidanti, in piccole quantità è un alleato dell'umore, del cervello e  del cuore.

L'albero del cacao è originario dell'America tropicale, il suo frutto è la cabosside che contiene fino a 40 semi. I semi vengono fatti fermentare per 8 - 10 giorni e quindi essiccati, dalla loro spremitura si ottiene il burro di cacao mentre se sottoposti a torrefazione e macinati si ottiene il cacao in polvere.   

Quella del liquore al cioccolato è una ricetta molto semplice da realizzare, l'unica fatica che dovrete fare è quella di berne solo un bicchierino e non lasciarvi tentare.   

Ingredienti:  

  • 750 gr di latte intero
  • 250 gr di crema di latte
  • 250 gr di zucchero
  • 100 gr di cacao amaro in polvere
  • 100 gr di cioccolato fondente
  • 150 gr di alcool puro
In una pentola capace e dal fondo spesso versate il latte, la crema di latte e lo zucchero, a fiamma dolce mescolate fino a far sciogliere completamente lo zucchero.
A questo punto con l'aiuto di una frusta unite il cacao in polvere evitando che si formino grumi e portate a bollore per 10 minuti. 
Aggiungete quindi il cioccolato fondente che avrete prima tritato anche grossolanamente e girate con la frusta fino a che non si sia completamente amalgamato al resto degli ingredienti.
Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare, quindi aggiungete l'alcool puro. 
Se una volta versato l'alcool il liquore dovesse risultare troppo denso potete far bollire un po' di latte e una volta stiepidito aggiungerlo fino a raggiungere la densità desiderata.
Travasate il liquore in bottiglie sterilizzate ed asciutte ed iniziate a degustarlo dopo almeno 15 giorni. 

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